È quanto emerge dalla relazione dalla Direzione investigativa antimafia inoltrata in questi giorni al Parlamento
vLa Lombardia è la capitale italiana della ’ndrangheta. Un primato - dovuto anche alla vicinanza con il Ticino - certificato dalla Direzione investigativa antimafia (Dia) nella relazione inoltrata in questi giorni al Parlamento sul secondo semestre 2021. Nel bilancio della Dia si parla anche dell’operazione "Cavalli di razza", che ha portato a oltre cento arresti tra Lombardia, Toscana e Calabria, di cui una quarantina nel comasco e una decina in Svizzera (due dei quali a Lugano). Una vasta organizzazione dedita soprattutto al traffico internazionale di cocaina dal Sud America (arrivava al porto di Livorno) e di armi (dalla Svizzera al comasco). Operazioni pagate con gli introiti provenienti dalla vendita di droga. Nel bilancio si parla anche di infiltrazioni nel settore economico-finanziario, come emerge dal processo a Como nei confronti di undici imputati, arrestati nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Milano, guidata dal procuratore aggiunto Alessandra Dolci, le cui considerazioni sul rischio che la criminalità organizzata, in primis la ’ndrangheta, allunghi le mani sui prossimi giochi olimpici e paraolimpici di Milano e Cortina.
Le ipotesi sono confermate nell’ultima relazione al Parlamento della Direzione investigativa Antimafia, che sottolinea quindi la fondamentale importanza strategica "dell’aggressione ai sodalizi mafiosi anche sotto il profilo patrimoniale". Le operazioni condotte nel corso degli ultimi anni, spiega la Dia, sono perciò tese ad aggredire le organizzazioni sotto il profilo patrimoniale per "arginare il riutilizzo dei capitali illecitamente accumulati e per evitare l’inquinamento dei mercati e dell’ordine pubblico economico". I risultati dell’attività di contrasto alla criminalità organizzata, tesa a proteggere il tessuto economico del Paese hanno assegnato alla Lombardia il primato di Regione italiana con il maggior radicamento della ’ndrangheta. La conferma dai numeri: negli ultimi sei mesi dello scorso anno sono stati effettuati a livello nazionale sequestri per 273 milioni di euro fra sequestri e confische di cui oltre 72 nella sola Lombardia, interessata anche da 173 interdittive antimafia su un totale di 373.
Oltre 20mila le segnalazioni per operazioni sospette. "Le risultanze di analisi sui fenomeni criminali di tipo mafioso – sottolinea la Dia nella sua relazione – continuano a presentare il rischio che i sodalizi di varia matrice, possano perfezionare quella strategia d‘infiltrazione del tessuto economico in vista dei finanziamenti pubblici connessi al Pnrr". Ultima, ma non ultima in quanto a importanza, la considerazione della Dia che scrive come "le inchieste concluse nel secondo semestre del 2021 restituiscono ancora una volta l’immagine di una ‘ndrangheta silente ma più che mai pervicace nella sua vocazione affaristico imprenditoriale, nonché costantemente leader nel narcotraffico". La Dia nella relazione al Parlamento segnala anche "la preoccupazione legata a un modello collaudato che vede la criminalità organizzata calabrese proporsi a imprenditori in crisi di liquidità", con l’obiettivo "di subentrarne negli asset proprietari e nelle governance". Cosa accaduta anche nel comasco.