La decisione sembra gettare ombre anche sul progetto di elettrificare la linea fra i due capoluoghi
È una decisione, quella di sospendere in questa settimana il traffico ferroviario tra Como e Lecco, che, oltre a creare non pochi problemi a pendolari e viaggiatori, la cui unica alternativa è il mezzo privato, sembra nuocere anche al progetto di elettrificare la linea pedemontana che collega i due capoluoghi. Che necessità c’è di spendere una settantina di milioni di euro (la previsione di spesa contenuta in uno studio di Regione Lombardia) per una linea considerata superflua in alcuni periodi dell’anno, come l’ultima settimana di dicembre e il mese di agosto? La domanda sorge spontanea.
Proteste ovviamente da parte dei pendolari che non saranno tantissimi, ma che comunque meritano attenzione. Proteste rilanciate da Angelo Orsenigo, consigliere regionale democratico: “Che il servizio sulla linea ferroviaria Como-Lecco sino a domenica 2 gennaio subisca un ridimensionamento è inaccettabile. Magari i vertici di Trenord saranno anche in vacanza, ma i pendolari devono poter andare al lavoro. E chi ci pensa allora? Nessuno evidentemente: si lascia la gente per strada”. Dopo aver ricordato l’impegno del Pd, sia a livello regionale che nazionale per assicurare nell’ambito dei fondi del Pnrr necessari all’elettrificazione della Como-Lecco, alla quale con interesse guardano anche associazioni del Canton Ticino, Orsenigo afferma: “Regione Lombardia poteva investire nella linea, mettendo a disposizione più corse e più carrozze, come da tempo chiedono i pendolari. Ricordo alla Regione che lo sviluppo infrastrutturale del territorio che verrà con i fondi del Pnrr e in connessione con le Olimpiadi del 2026 rischia di essere vano se Palazzo Lombardia non fa la propria parte investendo sull’operatività e l’efficacia delle linee come la Como-Lecco che va valorizzata, non fatta funzionare a singhiozzo”.