Il 53enne tunisino alla sbarra ha rifiutato di farsi ammanettare per essere trasferito in tribunale. La difesa vuole una perizia psichiatrica
C’era attesa per l’udienza di oggi in Corte d’Assise a Como, dove si celebra il processo nei confronti di Ridha Mahmoudi, 53enne tunisino che la mattina del 15 settembre 2020 ha ucciso con numerose coltellate don Roberto Malgesini, 51enne prete degli ultimi, in piazza San Rocco a Como. Incontrando, l’altroieri, in carcere a Monza dove è rinchiuso dal giorno dell’arresto, la sua nuova avvocatessa, la penalista lecchese Sonia Bova, subentrata al difensore d’ufficio Davide Giudici, il killer aveva espresso la volontà di confrontarsi con le domande del pubblico ministero Massimo Astori. Solo che questa mattina il killer reo confesso, per nulla pentito del tragico gesto che è costato la vita del sacerdote, sorpreso mentre stava caricando l’autovettura delle colazioni che avrebbe poi distribuito ai senzatetto di Como, non si è presentato in aula.
In apertura di udienza Valeria Costi, presidente della Corte d’Assise, ha letto la comunicazione giunta dal direttore del carcere di Monza. L’omicida si è rifiutato di farsi mettere le manette ai polsi, obbligatorie per il trasferimento da un carcere a un tribunale. A nulla sono serviti i tentativi di convincerlo a farsi ammanettare, per cui è rientrato in cella. L’udienza è proseguita senza l’imputato. Il difensore ha chiesto i termini per studiare il fascicolo. Richiesta respinta in quanto, secondo la Corte d’Assise, l’avvocatessa Sonia Bova conosce i fatti, avendo seguito l’omicida nei primi mesi dell’inchiesta. Lo stesso legale ha rinnovato la richiesta di una perizia psichiatria sul killer. La Corte d’Assise si è riservata la decisione al termine dell’istruttoria processuale. Si torna in aula giovedì 14 ottobre.