Il fenomeno oltre ai medici interessa anche gli infermieri. Una situazione che appesantisce il problema di carenza di personale
Sono saliti a quarantacinque gli infermieri comaschi no vax sospesi per non essersi vaccinati. Se nei giorni scorsi erano stati sospesi 14 medici, rispetto ai 18 che inizialmente sembravano a rischio, ora il provvedimento è stato esteso agli infermieri, il cui numero è quindi cresciuto. Si tratta di professionisti residenti in provincia di Como, per cui iscritti all'Ordine comasco, ma che potrebbero lavorare anche in strutture di altre province o oltreconfine, come ad esempio in Ticino (ma non c'è un dato certo). ''Stiamo applicando la legge - ha commentato Dario Cremonesi, presidente dell'Ordine degli infermieri della provincia di Como -. Francamente avrei preferito non dover sospendere nessun collega. Ma non si può disattendere dall'obbligo della vaccinazione, soprattutto per noi che siamo a contatto con persone fragili''.
Sul versante degli infermieri si assiste a un altro importante problema che va ad aggiungersi alle sospensioni: la carenza di personale sanitario nelle case di riposo per anziani. Una carenza diffusa sull'intero territorio provinciale e dovuta anche alla fatto che con l'emergenza Coronavirus si è assistito a un esodo di operatori verso gli ospedali, dove gli stipendi sono migliori. Stando all'associazione delle Rsa lariana a breve termine non c'è prospettiva di cambiare tendenza, con il rischio che molte strutture non saranno più in grado di rispettare gli standard richiesti.