È quanto stimano le aziende sanitarie di Como e Varese. Fino a oggi sono stati sospesi una ventina di persone tra infermieri e altre figure professionali
Sono oltre 500 i sanitari che nel territorio di Ats Insubria, che comprende le province di Como e Varese, ancora non si sono sottoposti alla vaccinazione anti Covid. Il dato è emerso all’interno della conferenza stampa per fare il punto sulla situazione dei contagi, che continuano a crescere (94 ieri a Varese, 36 a Como), anche se la situazione resta sotto controllo. “Ats Insubria - è stato precisato durante la conferenza - ha notificato sia al datore di lavoro che al rispettivo Ordine la mancata vaccinazione”. L’Ordine degli infermieri di Como ha sospeso altri otto infermieri no vax. Sino a ora una ventina in tutto.
Nella categoria dei sanitari, non ci sono solo medici e infermieri ma anche farmacisti, tecnici, psicologi, chimici e biologici. Di questi 500 no vax il 60% risiede a Varese, il 40 a Como. Trecento quindi in provincia di Varese e 200 nel Comasco. E ora cosa succede? “Il datore di lavoro può delocalizzare le attività della persona non vaccinata, mettendolo non a contatto con il pubblico oppure potrebbe decidere di sospenderlo dall'attività lavorativa fino all’assolvimento dell’obbligo”. Una decisione, quella di non vaccinarsi, che rischia di mettere in difficoltà gli stessi ospedali, costretti a fare a meno di figure professionali cruciali, come i tecnici di radiologia. C’è poi il capitolo docenti. Con l'avvicinarsi dell’apertura delle scuole e delle università, ci si concentra anche sulla situazione dei docenti. ”Al momento ci risultano vaccinati circa il 75% degli insegnanti del territorio - fa sapere l'Ats Insubria -. Apriremo alla vaccinazione ad accesso diretto (quindi senza prenotazione, ndr) anche al personale scolastico di tutte le scuole di qualsiasi ordine e grado e per gli operatori sanitari e sociosanitari che non si sono ancora vaccinati”.