Sono 883 dall'inizio della pandemia. 297 nel solo mese di novembre
È un'equazione, quella fra residenti e decessi, che assegna alla provincia di Como un angosciante primato. Tra il 3 e il 24 novembre nel territorio lariano sono morte 297 persone (21 nella giornata di mercoledì) su 603'828 abitanti. Sono 883 i decessi nel comasco dall'inizio della pandemia. Soprattutto anziani, ospiti delle case di riposo. Infatti, 8 persone su 10, avevano una età superiore ai 76 anni. Un mese nero: le ultime due settimane propongono un bilancio senza precedente.
Il tasso di incidenza dei decessi rispetto ai residenti nel comasco a novembre è pari allo 0,05. Poco sotto troviamo la provincia di Varese con 475 decessi (44 mercoledì) su 892mila abitanti. Questi dati confermano che le province pedemontane lombarde, aggrappate al Ticino, in questa seconda ondata di coronavirus sono quelle maggiormente colpite.
Come spiegare quanto sta accadendo? C'è chi fra i sanitari, medici e infermieri in prima linea, sostiene che contagi e decessi a Como e Varese, derivano dal fatto che sono territori di frontiera tra la Svizzera, dove il Covid-19 corre, e Milano, metropoli che attrae una consistente parte della forza lavoro. A conferma che la seconda ondata della pandemia stia duramente colpendo le province di Como e Varese il numero dei contagi. Quasi ventiseimila da marzo a ieri a Como, oltre 40mila a Varese. Il tasso dei contagi rispetto alla popolazione è pari al 4,18% a Como e 4,10% a Varese. È in calo l'età media dei contagi: il 70% (percentuale identica sia a Como che a Varese) è fra i 25 e i 69 anni.