Confine

Coronavirus, sindacato italiano teme per i suoi frontalieri

In Italia 'sono i lavoratori più esposti al rischio di contagio' scrive il segretario generale della Cisl della Lombardia

(Ti-Press)
13 marzo 2020
|

"Gli oltre 75mila frontalieri che ogni giorno si recano in Svizzera dalle province di Como e Varese sono i lavoratori più esposti al rischio di contagio".

Lo scrive in una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte il il segretario generale della Cisl della Lombardia, Mirko Dolzadelli.

Di fronte all'emergenza Coronavirus - scrive il sindacalista -"il Consiglio di Stato Ticinese ha deciso di ignorare questo scenario e ha adottato misure di contenimento molto leggere e per questo insufficienti.

Dolzadelli è il responsabile per i frontalieri del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (Cgie). In una nota firmata anche dal segretario generale Michele Schiavone si afferma che "il transito transfrontaliero sta generando situazioni inconciliabili e incongrue con l'azione che il Governo italiano sta, in queste ore, promuovendo per limitare la pandemia".

"Si prenda il caso specifico del Canton Ticino - osservano - dove opera la maggior parte della manodopera transfrontaliera italiana, la cui popolazione residente è un terzo di quella delle province di Como e Varese sommate insieme".

"Nonostante questo - sottolineano Dolzadelli e Schiavone - i casi di Covid-19 registrati in Ticino sono superiori a quelli riscontrati nelle citate province di confine". Inoltre "in Italia gli accertamenti sanitari sono diffusi su tutto il territorio, e nello specifico il tampone viene fatto anche ai soggetti asintomatici, che hanno avuto contatti con malati, cosa che non accade ancora in Svizzera".

Motivo per cui Oltrefrontiera - sostengono Dolzadelli e Schiavone - "i casi di contagio dichiarati sono certamente inferiori al numero reale".