Lo chiede la Commissione Europea al governo italiano. Del bonus sul carburante possono beneficiare i confinanti di Ticino e Grigioni
Addio carta sconto benzina che quest'anno è diventata maggiorenne essendo stata introdotta nei Comuni lombardi di confine con Ticino e Grigioni nel 2000, quando governatore della Lombardia era il Roberto Formigoni: è quanto chiede la Commissione Europea che lo scorso 9 novembre ha inviato una lettera al governo italiano di contestazione al bonus sul costo del carburante per gli automobilisti lombardi che risiedono in comuni sino a venti chilometri di distanza dalla Svizzera.
Lo sconto, secondo Bruxelles, ''crea distorsioni della concorrenza e viola le disposizioni delle norme comuni dell’Unione europea''. La Commissione pone una scadenza abbastanza ravvicinata: sessanta giorni, per cui entro il 9 gennaio 2019, per ''correggere questa anomalia''.
Si legge nella lettera: ''Se l’Italia non si attiverà entro i prossimi due mesi, la Commissione potrà inviare un parere motivato alle autorità italiane''. Per gli esperti europei, la carta sconto violerebbe le regole sulla tassazione: ''Le norme fiscali italiane consentono di ridurre l’aliquota Iva applicata al carburante quanto più la stazione di rifornimento è vicina al confine con la Svizzera. Ne derivano aliquote Iva diverse sullo stesso prodotto a seconda di dove è stato acquistato e questo crea distorsioni della concorrenza e viola le norme''.
Il monito della Commissione Europea, giunto come un fulmine a ciel sereno considerati i tanti anni di silenzio, non è stato preso bene dai benzinai di confine che, grazie alla carta sconto, avevano rimesso in sesto la loro attività. C'è insomma parecchio allarme.
Per la presidente lombarda dei benzinai Daniela Maroni, alla quale si deve la carta sconto benzina, i burocrati di Bruxelles, avrebbero preso un granchio: ''C’è un errore tecnico perché l’agevolazione non riguarda l’Iva. La carta sconto è uno di quei pochi strumenti di risparmio immediato per i lombardi e allo stesso tempo garantisce posti di lavoro e frena l’emorragia di rifornimenti verso la Svizzera''. Sollecitato un immediato intervento delle autorità governative italiane.