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900presente, il tempo di Luciano Berio

I cinque concerti della stagione di musica contemporanea del Conservatorio della Svizzera italiana esplorano opera e influenze del compositore italiano

Berio
(keystone)
25 ottobre 2024
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Pensando a quanto le esperienze musicali del Novecento abbiano, in modi sempre diversi, rotto le tradizioni precedenti, fa strano pensare che 900presente sia oggi una tradizione: la rassegna di musica moderna e contemporanea del Conservatorio della Svizzera italiana è arrivata alla 26ª edizione, confermandosi come uno degli appuntamenti musicali più duraturi del cantone. E ancora in grado di stupire, tanto da concedersi per il primo concerto di questa edizione – il 10 novembre all’Auditorio Stelio Molo Rsi di Lugano – un compositore mai eseguito prima, certamente dall’Ensemble900 e forse in generale a Lugano: il danese Hans Abrahamsen. «Un compositore straordinario» l’ha definito in conferenza Francesco Bossaglia, curatore della rassegna, ricordando il suo capolavoro ‘Let me tell you’ scritto per il soprano Barbara Hannigan. Nel concerto intitolato ‘Fiori di ghiaccio’ di Abrahamsen sarà tuttavia presentato ‘Winternacht’, un brano per ensemble da camera della fine degli anni ’70 ispirato alle opere del poeta espressionista austriaco Georg Trakl. Il programma prosegue poi con il compositore giapponese Toru Takemitsu che con il suo ‘Nostalghia’ del 1987 rende omaggio al regista russo Andrej Tarkovskij, scomparso l’anno prima. Infine, un autore molto presente nella stagione di 900presente: Niccolò Castiglioni con ‘Inverno in-ver’, una raccolta di undici poesie musicali per piccola orchestra che già dal titolo si ricollega al ‘Winternacht’ di Abrahamsen, condividendone oltre al periodo – entrambe le composizioni sono degli anni Settanta – anche «la delicatezza e la poesia». Questo primo appuntamento vedrà l’Ensemble900 diretto da Francesco Angelico, allievo di Giorgio Bernasconi; solista sarà invece Kokoro Imagawa.

Da due a cinque

Se, con i due brani dichiaratamente invernali, il primo concerto di 900presente annuncia il tema scelto quest’anno per la stagione, il tempo nelle sue molteplici dimensioni, il secondo appuntamento – sempre all’Auditorio Stelio Molo ma il 19 gennaio 2025 – ci porta a scoprire due altre caratteristiche della rassegna.

La prima sono le collaborazioni: Franco Bossaglia l’ha detto chiaramente, da solo il Conservatorio sarebbe riuscito a produrre solo due dei cinque concerti in cartellone. Il concerto ‘Laborintus’ vede infatti una parte scenica importante, realizzata insieme al Lac, ma questa stagione di 900presente vede anche una collaborazione l’Orchestra della Svizzera italiana e non solo per i “rinforzi” necessari per i brani più sinfonici, ma anche e soprattutto per permettere agli allievi del Conservatorio di confrontarsi con musicisti professionisti. Abbiamo poi la Rsi, con Rete Due felice e fedele coproduttrice della rassegna, e anche il ritorno, dopo le fortunate esperienze pre-pandemia, con il Dipartimento ambiente costruzioni e design, per il doppio appuntamento conclusivo.

Tornando al secondo concerto di 900presente, questo appuntamento rivela un’altra caratteristica della stagione: il centenario dalla nascita di Luciano Berio. La serata prende infatti nome da ‘Laborintus II’, brano composto da Berio nel 1965 in occasione di un altro anniversario, quello dei 700 anni dalla nascita di Dante. Alla base ci sono i testi di Edoardo Sanguineti, amico di Berio che ha di fatto esteso musicalmente questa raccolta poetica facendo ricordo a quello che Bossaglia ha definito un incrocio tra un ensemble di musica classica e una big band jazzistica, con anche un coro di otto attori che si interseca con quella del lettore principale e tre voci femminili che cantano in un microfono e, ovviamente, l’elettronica.

È invece ispirato a James Joyce ‘Chamber music’, per voce e tre strumenti, che Berio non ancora trentenne dedicò alla voce della sua prima moglie Cathy Berberian. Completano il programma un brano di Pierre Boulez (sorprendente nella sua intensità emotiva, ha spiegato Bossaglia, essendo dedicato a un giovane flautista prematuramente scomparso) e poi con una curiosità, nel senso di oggetto raro e prezioso. Grazie ad Angela De Benedictis, direttrice del Centro studi Luciano Berio, è stata ritrovata una rielaborazione per voce ed ensemble della celebre poesia ‘Il disertore’ di Boris Vian, che Berio verosimilmente scrisse nel 1968 e quasi certamente mai eseguita prima. Quella del 19 gennaio sarà di fatto una esecuzione esclusiva autorizzata dagli eredi del compositore e dalla Paul Sacher Stiftung. A dirigere l’Ensemble900 sarà Francesco Bossaglia, solista nel brano di Boulez Alessandro Bennardo mentre la voce recitante principale sarà quella di Antonio Ballerio. Il concerto sarà preceduto, alle 18 allo Studio 2 Rsi sempre a Besso, da una conversazione Angela De Benedictis e Luisa Castellani a cura di Ricerche musicali nella Svizzera italiana.

Nel terzo appuntamento della stagione il tema del tempo è declinato in maniera fin troppo ovvia ma non per questo meno interessante, con l’opera buffa ‘L’Heure espagnole’ di Maurice Ravel, ambientata nella bottega dell’orologiaio Torquemada nella Toledo del Settecento. Quella proposta sarà la raramente eseguita versione per 15 strumenti di Gabriel Grovlez e in una mise en espace curata da Sara Flaadt in collaborazione con la Rsi. Il concerto del 16 febbraio vedrà il ritorno del direttore Arturo Tamayo con solisti il soprano Georgia Artemis Konstantouraki, i tenori Nuno Santos e Bastien Combe, il baritono Marcin Habela e il basso Giulio Foresto.

Le scoperte di Berio e di Galilei

Un Berio insolito anche per il quarto appuntamento della rassegna che vedrà uniti sotto la direzione di Stefan Asbury le forze dell’Ensemble900 e dell’Orchestra della Svizzera italiana il 13 marzo nella Sala Teatro del Lac. Il programma prevederà infatti il Concertino che Berio compose nel 1950, fresco di studi ma soprattutto, come ha ricordato Bossaglia, quando conclusa la guerra e con essa l’isolamento autarchico del regime fascista il compositore e la sua generazione poterono scoprire la ricchezza della musica europea contemporanea.

Tutto il programma della serata, intitolata non a caso ‘Ritratto dell’artista da giovane’, è costruito intorno all’idea delle prime sperimentazioni della maturità, con le Apparitions di György Ligeti, suo primo brano per grande orchestra, la suite dal ‘Mandarino meraviglioso’ di Bartók, compositore che è stato un faro per la generazione di Berio e Ligeti. Come un viaggio a ritroso nel tempo, il concerto sarà aperto dalla prima svizzera di un “figlio” di quella generazione, il franco-argentino Carlos Roqué Alsina con ‘Themen II’ per un percussionista e orchestra d’archi. I quattro solisti della serata arrivano due dall’Osi (Robert Kowalski e Paolo Beltramini) e due dal Conservatorio (Jasmine Gitti e Daniele Cervellera).

Dalle scoperte musicali di Berio a quelle scientifiche di Galileo Galilei, 900presente si concluderà con un doppio appuntamento intorno al lavoro che il compositore italiano Ivan Fedele, per anni direttore Biennale Musica di Venezia, ha scritto nel 2019: ‘Galileo’s Journey’ per ensemble, tre voci femminili, elettronica e visual.

E proprio per la parte visual, Fedele ha accettato di riscrivere il suo lavoro con studenti e studentesse del corso di laurea in Comunicazione visiva della Supsi. Avremo quindi due tappe: il 27 aprile all’Auditorio Stelio Molo il concerto con l’Ensemble900 diretto da Francesco Bossaglia e il 9 maggio, al LuxArtHouse di Massagno, il progetto di “Musica in immagine” realizzato partendo dalla registrazione del concerto.

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