Impegni pianistici in crescita esponenziale, il direttore artistico lascia nel 2025. Presto il nome del successore. Nel frattempo, l'edizione 2024
Meno uno all’80esima, meno uno all’addio di Francesco Piemontesi, pianista richiesto come non mai, assai più di quando la sua avventura come direttore artistico delle Settimane Musicali di Ascona cominciò. Nel presentare la 79esima edizione, in programma dal 31 agosto all’8 ottobre, Piemontesi ricostruisce il rapporto con la storica manifestazione, nato nel 2010 con i primi contatti e iniziato ufficialmente nel 2012. “Nel 2025 saranno 13 stagioni”, commenta. La sua carriera pianistica è esplosa, la sua è ormai un’agenda da 100 concerti l’anno, nel 2025 lo vogliono negli Stati Uniti. “Da una parte c’è il coinvolgimento che le Settimane Musicali esigono, dall’altra l’attività frenetica. Le due sfere cominciano a collidere: per il rispetto che provo verso l’evento, ho deciso di lasciare”. La decisione è presa in armonia con le Settimane e non piomba come un fulmine a ciel sereno. “Sono le cose della vita”, commenta Francesco Ressiga Vacchini, presidente delle Settimane Musicali. “Più la sua carriera si sviluppava, più temevo che sarebbe arrivato questo giorno”.
L’edizione degli ottant’anni sarà ancora firmata da Piemontesi, che resterà legato alla manifestazione in qualità di ambasciatore dal 2026 in avanti con un progetto all’anno. “Sono lieto di sapere – aggiunge il pianista – che si è già trovata persona eccezionale per qualità artistiche e amministrative, che porterà avanti il mio lavoro nel migliore dei modi”. Piemontesi ringrazia istituzioni, cariche pubbliche, artisti. “La musica l’ho scoperta ad Ascona”, e quelli trascorsi alla guida di uno dei festival legali alla musica classica più antichi in circolazione non possono che essere stati “anni bellissimi”, utili a sviluppare “una visione d’insieme e un savoir faire più completo di quel che avrei ottenuto calcando semplicemente il palcoscenico”. Garantisce che nei prossimi anni si concentrerà esclusivamente sull’attività artistica, ma non esclude il ritorno (in veste di direttore artistico, senza pronunciare Ascona).
Ressiga Vacchini sa bene che un nuovo direttore artistico porta con sé cambiamenti, e visto l’annunciato carattere “più festivaliero” di chi arriverà, i cambiamenti potrebbero riguardare anche la ‘forma’ delle Settimane. Dalle parole del presidente filtra l’eventualità di concerti più serrati, concentrati in un arco di tempo più stretto, per ‘trattenere’ più a lungo un più numeroso pubblico, anche ‘straniero’. La sua riflessione sta tutta in questa frase: “Non siamo Lucerna, che drena il pubblico di altre grandi città, non è tantissima la gente che viene ad Ascona per seguire semplicemente le Settimane Musicali, soprattutto se i concerti sono di martedì e venerdì”.
La cifra tonda, gli ottant’anni di manifestazione alle porte sono stati decisivi per la scelta di Piemontesi, ma anche le istituzioni musicali che ora le lo contendono: “Sono quelle con le quali ho sognato di poter suonare sin da bambino, devo cogliere la palla al balzo”, dice ancora il pianista. “Ma ho la coscienza a posto e ho cercato soluzioni per il bene della manifestazione”.
Prima dell’edizione 2025, quella del passaggio definitivo di consegne, uno sguardo a quella in arrivo. A partire da ‘Ticino, terra di musicisti’ (31 agosto), titolo di un omaggio alle locali, ora internazionali, eccellenze musicali affidato alle violiniste Melina Mandozzi e Daria Zappa, ai violoncellisti Mattia Zappa e Orfeo Mandozzi e ad Ambra Albek alla viola, insieme al pianoforte di Piemontesi. Il Ticino è anche l’Orchestra della Svizzera italiana (Osi), la cui sinergia con le Settimane – parola di Barbara Widmer, direttrice artistica – “è un segnale musicale, politico e artistico sempre importante”. L’Osi sarà il 6 settembre nella Chiesa del Papio con Jader Bignamini sul podio e Francesca Dego al violino, e il 4 ottobre con il suo direttore principale Markus Poschner (partente anch’egli) nella Chiesa di San Francesco a Locarno per Šu, concerto per sheng e orchestra della compositrice coreana Unsuk Chin (con Wu Wei allo sheng e il soprano Hanna-Elisabeth Müller), oltre che per la Sinfonia n. 4 di Mahler.
In un programma che spazia dalla musica medievale fino alla contemporanea, “il criterio di scelta di quest’anno sempre quello della qualità artistica”, garantisce Piemontesi. “Essendo principalmente un pianista, ho la fortuna di viaggiare, di ascoltare e conoscere colleghi, di scambiare esperienze”. E la sollecitazione di un collega francese ha portato a Mala Punica (21 settembre), serata dedicata ai mottetti del fiammingo Johannes Ciconia, “il mio coup de coeur di questa edizione”. Dal cartellone, citiamo la Philarmonia Orchestra di Londra diretta dal ‘Best conductor of the year 2022’ Daniele Rustioni (4 settembre) per il Secondo Concerto di Rachmaninov (con Yulianna Avdeeva al pianoforte) e l’Eroica di Beethoven; la Rundfunk-Sinfonieorchester di Berlino diretta da Vladimir Jurowski (13 settembre), per omaggiare Brahms e Mendelssohn (il Concerto op. 64), con la stella Augustin Hadelich al violino; l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma diretta da Gianandrea Noseda (16 settembre), per la Settima di Beethoven e il Doppio Concerto K 365 di Mozart, con Piemontesi e Jan Lisiecki a dialogare tra pianisti.
Piemontesi sarà anche in duo con il grande violinista Leonidas Kavakos (22 settembre). E ancora: l’Orchestre de Chambre de Lausanne diretta da Renaud Capuçon (27 settembre), il Quartetto Gringolts (10 settembre), l’Ensemble Jupiter che chiuderà il festival sulle note di Händel (l’8 ottobre con la nuova star della lirica, il mezzosoprano Lea Desandre), e l’originale proposta di Marc-André Hamelin, in un recital di pianoforte che unisce Haydn a Wolpe, Frank Zappa a Medtner e Oswald a Rachmaninoff.
Un cenno alla serie ‘Début’, i talenti in rampa di lancio che quest’anno sono Noa Wildschut (violino) ed Elisabeth Brauss (pianoforte), in duo il 14 settembre, e il pianista biellese Federico Gad Crema (28 settembre). Non ci sarà il Piemontesi & Friends, dialogo cameristico tra colleghi nato in pandemia per divenire appuntamento fisso. Incastrare le collaborazioni “è come giocare a Tetris”, dice il pianista, esattamente come far convergere più orchestre sinfoniche in un unico posto in pochi giorni. Il weekend cameristico pensato per quest’anno slitta dunque al 2025, parte di una proposta ancora segreta ma che è dato pensare ricca per un simile compleanno. Aspettando di conoscere il nome del dopo-Piemontesi, altro non resta da dire se non che la prevendita è aperta e che il programma è su www.settimane-musicali.ch.