Il fratello Alessandro l'ha salutata come ‘la più saggia’ in una famiglia irripetibile
Per le persone come lei, al termine della vita colleghi e amici dicono sempre: “Una vita per il teatro” o “monogama nell'arte e nella vita”. Oggi, che della sua scomparsa dopo una lunga malattia dà notizia il suo compagno Ugo Pagliai (davvero una vita in scena insieme) viene spontaneo considerare un percorso artistico segnato fin dalla nascita quello di Paola Gassman, nata a Milano il 29 giugno 1945, a poche settimane dalla fine della guerra mondiale, quando suo padre Vittorio e la mamma Nora Ricci facevano compagnia teatrale insieme con Laura Adani.
Il suo album di famiglia coincide con quello del gran teatro italiano, cinque generazioni di grandi firme della scena: il nonno era Renzo Ricci, il bisnonno paterno Ermete Zacconi, anch'egli figlio d'arte. Forse fu proprio il crescente successo del ‘mattatore’ Vittorio al cinema tra gli anni 50 e il decennio successivo a spingere la sua primogenita a una scelta più… stabile e tradizionale carriera iscrivendosi all'Accademia Silvio d'Amico dove formò la sua versatilità interpretativa e conobbe il suo primo marito, collega di corso e di appena due anni più anziano. Dalla loro unione, durata sei anni, è nata Simona, ma con lui Paola condivise anche un'iniziazione artistica importante, quella di Luca Ronconi che volle entrambi nel suo Teatro Libero e poi la chiamò nel ruolo di Marfisa per il suo ‘Orlando Furioso’ del 1969 così come nella smagliante versione televisiva del 1975. Paola Gassman intanto segnava tutte le grandi tappe del teatro italiano nel periodo della sua grande trasformazione dopo i successi degli anni 50: con Ronconi fu anche in ‘La tragedia del vendicatore’, diretta da Vittorio Gassmann fu protagonista in ‘Cesare o nessuno’, con Lina Wertmueller in ‘La cucina’, ma la lista dei suoi registi prediletti è ben più lunga, da Squarzina a Castri, da Bolognini a Piccardi, da Sciaccaluga a Piero Maccarinelli. Amava Shakespeare e Goldoni, non esitava a misurarsi col repertorio contemporaneo, ma la vera svolta fu l'entrata in compagnia con Lilla Brignone e Ugo Pagliai alla metà degli anni 70.
Fu la metodica e appassionata scoperta del teatro di Luigi Pirandello a scandire la sua carriera da quel momento in poi con celebri allestimenti come ‘Liolà’, ‘Il piacere dell'onestà’, ‘L'uomo, la bestia e la virtù’, ‘Ma non è una cosa seria’. Intanto però cambiò anche la sua vita privata, perché quello con Ugo Pagliai fu davvero l'amore di una vita, coronato dalla nascita del secondo figlio, Tommaso. Pagliai era allora anche un divo della tv, ma insieme a Paola elesse il teatro come luogo della vita e dell'arte, facendo compagnia con lei e attraversando tutta una nuova stagione teatrale fino al decennio scorso. Sommessa, ironica, smagliante in scena, Paola Gassman appartiene alla grande famiglia delle attrici di teatro che fanno dei silenzi, delle eleganti trasformazioni, dei monologhi sussurrati o declamati il proprio segno distintivo. In televisione si vide poco, soprattutto per riprese di spettacoli teatrali, ma fanno bella eccezione ‘Dimenticare Lisa’ di Salvatore Nocita e ‘Il gatto in tasca’, diretto da Luigi Proietti. Anche con il cinema scelse di avere soltanto brevi incontri. Piace ricordare tra gli altri: ‘Contestazione generale’ di Luigi Zampa e ‘Di padre in figlio’, entrambi legati al padre Vittorio, oppure le ultime apparizioni, ‘Padre mio", documentario di Antonio D'Ottavio e ‘Un marziano di nome Ennio’ di Vittorio Cavuti. Si è raccontata nella pudica autobiografia ‘Una grande famiglia dietro le spalle’ del 2007. È stata molto amata, anche dai fratelli Jacopo e Alessandro, che oggi l'ha salutata come “la più saggia” in una famiglia irripetibile.