Ispirò un concerto e una canzone di John Lennon. È morto all'età di 82 anni per problemi di cuore
John Sinclair, poeta, producer musicale e protagonista della controcultura che ispirò una canzone di John Lennon, è morto a 82 anni per problemi di cuore in un ospedale di Detroit. Attivista e fondatore del movimento delle Pantere Bianche, Sinclair, alla fine degli anni 60, era finito in prigione per possesso di marijuana e la sua odissea giudiziaria ispirò il brano di Lennon, intitolato a suo nome, e un celebre concerto del 1971 organizzato con l'obiettivo di liberarlo. Il progetto andò a buon fine.
Sinclair era stato arrestato nel 1969 per aver tentato di vendere spinelli a due poliziotti in borghese e condannato fino a 10 anni di prigione. Fu rilasciato 29 mesi più tardi, pochi giorni dopo il concerto tenuto da Lennon con la moglie Yoko Ono e altre star della musica come Stevie Wonder e Bob Seger davanti alle 15mila persone della Crisler Arena dell'Università del Michigan. Durante il concerto, la moglie di Sinclair, Leni, aveva chiamato il marito in prigione e la telefonata era stata amplificata per il pubblico dello stadio. “Voglio tornare a casa da te”, aveva detto John, che tre giorni più tardi sarebbe stato rimesso in libertà, dopo che il Michigan ebbe rivisto le leggi draconiane che punivano aspramente il possesso di droghe leggere, riducendo da dieci anni a 12 mesi il massimo della pena.