Ginevra: al film sul giovane curdo diretto da Edward Lovelace il Gran premio del 22esimo Festival del film e forum internazionale sui diritti umani
La 22esima edizione del Festival del film e forum internazionale sui diritti umani (Fifdh) di Ginevra ha assegnato il suo Grand Prix (10mila franchi) a ‘Name Me Lawand’ di Edward Lovelace, film sull'esilio di un giovane curdo sordo che scopre la capacità di comunicare e di aprirsi agli altri. “Dal punto di vista della politica sulla disabilità – dice la Giuria –, questo film è progressista e toccante". È "un omaggio a tutti i bambini che devono affrontare l'inimmaginabile’.
Il Premio Gilda Viera de Mello (5mila franchi) è andato al film palestinese ‘Life is Beautiful’ di Mohamed Jabaly. Ancora dalle parole della Giuria: l'opera mostra “la violenza dei confini, ma anche la solidarietà e la determinazione di un individuo a condurre una vita dignitosa”. Nella sezione fiction, due opere si sono contese il Gran Premio (10mila franchi): ‘The Cage is Looking for a Bird’ di Malika Musaeva, che presenta un sottile ritratto di donna, e ‘The Settlers’ di Felipe Galves, che ci invita a interrogarci sul nostro rapporto con il mondo e con la storia.
Il premio dell'Organizzazione mondiale contro la tortura (Omct), del valore di 5mila franchi, è andato a Jialing Zhang per ‘Total Trust’. La regista ritrae “la persecuzione dei difensori dei diritti umani cinesi e denuncia l'uso di strumenti tecnologici di sorveglianza all'avanguardia per controllare strettamente la vita di milioni di persone”.
La 22esima edizione del Fifdh, che si conclude questa sera, ricorderà tra i suoi momenti salienti l'appello per la liberazione dei giornalisti e dei prigionieri politici in Russia lanciato da Dmitri Muratov, ex caporedattore di Novaya Gazeta e vincitore del Premio Nobel per la Pace 2021. Ma anche la standing ovation riservata al fotoreporter palestinese Motaz Azaiza, che ha trascorso quattro mesi a documentare la guerra a Gaza. A Ginevra erano presenti anche Angela Davis, punto di riferimento del movimento civico negli Stati Uniti, e Nargis Nehan, ex ministro afghano ora in esilio, che ha parlato della sua lotta per i diritti delle donne nel suo Paese.