15 anni di direzione artistica, 35 anni di Compagnia Tiziana Arnaboldi. È in nome di questi traguardi che ad Ascona si apre la stagione primavera-estate
“Trentacinque anni fa ho fondato la Compagnia Tiziana Arnaboldi. Da quindici anni sono direttrice artistica del Teatro San Materno. Luogo unico e magico, il cui humus continua ad alimentare la mia creatività. Da quando ne ho assunto la direzione, gli anni sono volati”. Dichiarazione d’intenti, messaggio di benvenuto, constatazione, sunto, bilancio. Comunque le si voglia considerare, è con queste parole che Tiziana Arnaboldi apre alla stagione primavera-estate 2024 del ‘suo’ teatro, riassumendone una storia personale che s’intreccia con l’addio di Luca Pessoglio, colui che la volle fortemente (“Le ho fatto una corte spietata, più che a mia moglie”, dice il sindaco partente durante l’incontro di presentazione) per dare un senso, con il giusto anticipo, alla ristrutturazione di un luogo prezioso.
“Quando Luca mi chiamò – ricorda Arnaboldi –, dirigere un teatro era l’ultima cosa alla quale avrei pensato. Ero preoccupata: sono artista e non direttrice, anche adesso lo sono, per quanto io ricopra anche l’altro ruolo”. I cinque anni insieme a Domenico Lucchini, poi a capo del Cisa, “e da dieci anni sono io da sola, in solitaria. Essere qui dentro è armonia”. Un cenno a Charlotte Bara, che ‘veglia’ sul San Materno, poi – insieme a Lisa Ferretti, elemento di continuità che insieme a lei ha curato parte della stagione – il programma.
I cerchi, Ligeti, le carceri
Le trasversalità artistiche restano al centro di tutto, al San Materno. Spicca il dialogo tra danza e architettura, che prende il nome di ‘Genius Loci’, contenitore all’interno del quale stanno gli eventi che riflettono questa vicinanza. A partire dalla performance-esposizione di due giorni intitolata ‘Boucler la boucle – Il cerchio si chiude’, dell’artista multidisciplinare Caroline Denervaud, che ispirandosi al San Materno e al Bauhaus ha creato uno spettacolo ad hoc: dipingerà, danzerà e proietterà filmati nelle aree interne ed esterne, in nome della circolarità della struttura. Il filmato è una collaborazione con il regista Derrick Belcham, canadese di Brooklyn le cui collaborazioni includono Philip Glass, Steve Reich, Laurie Anderson e Paul Simon.
Più cronologicamente parlando, il primo atto della nuova stagione è datato 9 e 10 marzo e firmato Compagnia Arnaboldi con Gabriele Leporatti. ‘Da 1 a 12 note – Danzando Ligeti’ è un omaggio all’intellettuale asconese Wolfgang Oppenheimer e insieme un prolungamento delle celebrazioni per i cento (e uno) anni del pianista e compositore György Ligeti (1923-2006), che rivive nelle mani dell’omologo italiano. Il rapporto tra danza e architettura torna il 16 e 17 marzo in ‘Danc’in Cinematic Spaces’, una selezione di cortometraggi internazionali di videodanza condivisa con il Pool Movement Art Festival Berlin. ‘Che sapore hanno i muri’, il 14 aprile, è l’incontro letterario con Paolo Aleotti, giornalista e autore che ad Ascona racconterà la sua esperienza nel carcere di Bollate, luogo nel quale per nove anni ha tenuto un laboratorio di giornalismo e comunicazione. L’esperienza è contenuta nel libro che porta il titolo dell’incontro (modera Lisa Ferretti).
Spazio al teatro domenica 28 aprile con ‘A Number’, opera della drammaturga britannica Cary Churchill, con Giuseppe Pestillo e Massimo Rigo. A partire dalla clonazione della pecora Dolly, avvenuta nel luglio del 1996, lo spettacolo porta la messa in discussione delle certezze scientifiche fino al rapporto padre-figlio. La regia è di Luca Mazzone. Il 12 maggio va in scena il Premio Residenza San Materno, in collaborazione con il Teatro Libero di Palermo: è l’anno di ‘Smagliature’, di e con Livia Bartolucci, un ‘solo’ di danza, proiezioni e luci.
Sinergie
Altra danza arriva dalla nuova creazione di Ioannis Mandafounis che il 16 giugno al Lac – nuova sinergia del San Materno – dirige la Dresden Frankfurt Dance Company in una ulteriore coreografia dedicata al teatro asconese e al Bauhaus, inserita nel prossimo Lugano Dance Project. Il 19 e 20 luglio, infine, ‘Cantiere aperto’, “viaggio coreografico sulla connessione tra spazio interno ed esterno, tra terra e cielo, tra corpo creativo e corpo spirituale” che torna a unire la Compagnia Arnaboldi con il pianoforte di Gabriele Leporatti. Non resta che dire della grafica ufficiale, che sposta il punto d’equilibrio comunicativo più lontano dal centro della struttura, aprendo a nuove fette di cielo, mantenendo però intatto lo spirito di fondo: “Trasmettere l’urgenza di abbracciare collaborazioni tra artisti e artigiani, tra architetti, danzatori, filosofi, musicisti, poeti e scrittori” (www.teatrosanmaterno.ch). B.D.