laR+ La recensione

Vita da punk mai così ai ‘Margini’

Il regista grossetano Niccolò Falsetti, che ancora suona nella sua band streetpunk, è una prima garanzia. Il cast è l’altra

La locandina ufficiale, disegnata da Zerocalcare. Nelle sale svizzere dal 28 dicembre
27 dicembre 2023
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“Non si sente altro che voi! Dovete insonorizzare!”. Grosseto, anno 2008. I Wait for Nothing non hanno abbastanza scatole delle uova appese ai muri della stanza prove; suonano streetpunk così forte da dare fastidio alle altre band che provano nello stesso cascinale; band che per loro sono “tutte assoli e cover” e “gargarismi con le chitarre”. Un bel giorno i Wait for Nothing vengono chiamati a Bologna per suonare di spalla agli americani The Defense, ma la data viene annullata. È un duro colpo per Michele (Francesco Turbanti), batterista senza lavoro che ha moglie (Silvia D’Amico) e figlia (la punkettara Aurora Malianni); è un duro colpo anche per Iacopo (Iac, Matteo Creatini), che si divide tra contrabbasso e violoncello e per il secondo aspetta una chiamata nientemeno che dall’orchestra di Daniel Barenboim, e per Edo (Emanuele Linfatti), chitarrista che vive in casa con mamma (Valentina Carnelutti) e il compagno Adriano Melis (Nicola Rignanese), proprietario di un cimelio anni 80 chiamato Discoteca Eden.

‘I giovani e il territorio’

I Wait for Nothing sono in ritardo con l’affitto perché non hanno un soldo e gli basterà non restituire un comune cavo per l’amplificazione al proprietario dello stabile per essere sfrattati. Con niente più in mano e nemmeno all’orizzonte, Michele vede una possibilità che è insieme riscatto e rilancio: aprire il concerto dei Defense comunque, invitandoli a Grosseto per quello che, lui è sicuro, sarà un evento musicale storico. Con inglese venato di grossetano, il batterista convince al telefono gli americani, ma perché la storia si compia mancano una struttura e soprattutto un sistema di amplificazione. I tre si rivolgono allora al Comune, sperando che il concerto sia attrattivo per campagne politiche come “i giovani e il territorio” e “il brand Maremma”, ma l’assessora alla Cultura e così il Comune sono impegnati nella ricostruzione dell’assedio di Ludovico il Bavaro; l’impiegata dirotta i tre sulle sale del clero e su quelle in cui danzano gli anziani.

Meglio tentare con la discoteca del Melis, un tipo da saluto romano e che fischietta ‘Faccetta nera’, uno il cui momento più streetpunk della vita è stato il concerto dei Guns N’ Roses del ’92 al Delle Alpi di Torino e di sottofondo, nel suo Eden, ha ‘Rock ‘n’ roll robot’ di Alberto Camerini. Il Melis dice di sapere come si organizza un concerto rock: 15 euro l’entrata, penne al salmone nei privé e vinello per tutti. Nel tentativo disperato di darsi una chance, e per gli imprevisti tipici dell’organizzazione dei concerti, i Wait for Nothing vanno ben oltre l’indebitamento. E a un certo punto ci si mette pure Barenboim…


Da sinistra, Edo (Emanuele Linfatti), Michele (Francesco Turbanti) e Iac (Matteo Creatini)

Dall’inizio, lentamente, e con parole semplici

Che bello questo ‘Margini’, regia di Niccolò Falsetti che Grosseto la conosce bene perché ci è nato e dal 2005 continua a suonare con gli amici di sempre nei Pegs, il suo gruppo di streetpunk. Qui anche co-sceneggiatore insieme a Tommaso Renzoni e a Michele Turbanti, Falsetti è al suo primo lungometraggio, prodotto da Dispàrte con Manetti bros. Film e Rai Cinema, distribuito dalla luganese Noha Film.

Unico film italiano in concorso alla Settimana internazionale della critica a Venezia 79, ‘Margini’ ha vinto il premio del pubblico e quasi il David (due candidature, Miglior esordio alla regia e canzone originale). Già anticipato da alcune proiezioni ticinesi, sarà in sala da domani, forte di gente che recita come se non recitasse, forte della saggezza di madri e mogli applicata a un trio di irrecuperabili, forte dei sogni di musica che non finiscono mai e dei colloqui con le amministrazioni comunali (che se ti presenta un amico è meglio) alle quali devi spiegare tutto dall’inizio, lentamente e con parole semplici, affinché, come il Melis, non pensino che i punk siano i naziskin che suonano.