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Ricordati di spegnere la luce

Con Sandro Schneebeli nei suoi rinnovati ‘Suoni al buio’, esperienza musical-sensoriale che ricomincia da Curio il 14 ottobre

Da sinistra, Sandro Schneebeli, Sara Calvarelli, Oliver Kühn
(Roger Salem)
25 settembre 2023
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Sarà difficile trovare qualcuno al quale, nei giorni della pandemia, non sia cambiata almeno un po’ la vita. A Sandro Schneebeli, in verità, la vita è cambiata anche di recente, fresco com’è d’addio al ‘suo’ Salone Piazza Grande a Curio, confrontato con l’insostenibilità dell’aumento dell’affitto imposto dai proprietari dell’antica osteria, e poco importa se la musica da lui portata nel Malcantone sia valsa al luogo lo Swiss Location Award, premio che non va solo all’estetica.

Quasi tutti i progetti futuri del chitarrista sono sulla Regione dello scorso 13 settembre; uno ce lo racconta lui, nel dettaglio, qui. Sono i ‘Suoni al buio’ che la pandemia ha fermato quando le valigie erano pronte per la Cina (curiosa coincidenza), all’alba di un’ottava stagione che mai si è tenuta ma che ora si può tenere. «Nel 2020, quando tutto si è fermato – racconta Sandro – ho accusato una perdita di motivazione, di energia. La gente me li chiedeva, i ‘Suoni al buio’, ma ho dovuto accettare la situazione, del tutto inusuale. Poi ho ripreso a collaborare con diversi artisti a livello teatrale, Oliver Kühn in primis, per tre produzioni importanti. L’ultima collaborazione è stata con Sara Calvanelli, musicista toscana che ha lavorato tanto con Daniele Finzi Pasca, fisarmonicista, cantante, polistrumentista con la quale mi sono subito trovato benissimo. Ho pensato che se mai avessi rimesso mano a ‘Suoni al buio’, sarebbe stato con lei». E con lui (Oliver).

Dell’esperienza sensoriale data dall’ascoltare musica nella piena oscurità, Schneebeli ha fatto un marchio di fabbrica, oggetto di revisione come spesso accade per i marchi, anche quelli più duraturi. Le guide cieche dell’Unitas che in passato avevano accompagnato il pubblico in sala hanno concluso il loro compito, finito nelle mani di Kühn. «Il lato socio-culturale – continua Sandro – è stato importante, per otto anni ho visto in quell’impostazione l’unica possibilità, ovvero il poter condividere la loro dimensione e il sapersi orientare. Ho voluto però massimizzare il momento d’interazione, renderlo più intenso». Kühn, già perno del programma musicale e artistico, integrato nel buio con tutto il suo carico di dialoghi e situazioni nonsense, è ora l’incaricato di dare tutte le informazioni al pubblico, nella sala che da semioscura, con lui a fare da accompagnatore ‘universale’, diventa totalmente buia, condizione necessaria perché lo spettacolo possa cominciare.

Passo dopo passo

Sandro Schneebeli, chitarra, ukulele, kalimba, effettistiche, elettronica; Sara Calvanelli, fisarmonica, voce, «bicchieri di cristallo, un organetto e altri piccoli strumenti». Di Kühn abbiamo detto. Nuovi (quasi tutti) i protagonisti, nuovi anche programma e composizioni. I ‘Suoni al buio’ esordiranno il 14 ottobre in quello che è ancora il Salone Piazza Grande di Schneebeli, per replicare il giorno successivo. Si sposteranno poi allo Studio Foce di Lugano il 6 e 7 novembre, al Teatro Dimitri di Verscio il 17 e al Musée d’histoire des Sciences di Ginevra il 19, sempre di novembre. In gennaio, le luci si spegneranno a Rapperswill-Jona, alla Alte Fabrik, ultimo (ma solo a oggi) appuntamento di una formula che affascina sempre: «In otto anni di feedback, dalla Svizzera all’India, dall’Egitto alla Svezia, il desiderio di far vivere quest’esperienza non mi ha mai abbandonato. È un format che funziona e che emoziona, per questo mi sarebbe dispiaciuto abbandonarlo. Sara e Oliver mi hanno aiutato a ritrovare la motivazione e a ripartire con tranquillità, step by step». I concerti non sono ancora quaranta, come all’inizio delle precedenti stagioni, «ma l’intento di tornare a quella frequenza c’è sempre. In questi anni, il Salone mi ha preso tanto tempo, anche mentalmente. Il problema di questo lavoro non sta nell’avere idee, quelle ci sono sempre, ma nel far sì che la gente reagisca, alle idee. Il Salone andava riempito, c’è stato tanto lavoro di promozione, le gestione dei contatti, il dare continuità al tutto».

Dodici anni dopo...

Il futuro non è cambiato dallo scorso 13 settembre, su questo Schneebeli è molto chiaro: «Non ci sarà, almeno per un po’, un altro Salone Piazza Grande, inteso come tipologia, né un altro Allocale», l’esperienza che ha preceduto quella del Salone.

«Ho deciso di fermarmi con l’organizzazione di serate ed eventi, cosa che ho fatto per dodici anni. Mi concentrerò sui miei progetti artistici». Che come sempre toccano diversi ambiti e che includono un ‘Suoni al buio’ sempre in evoluzione: «È la quarta forma, è più teatrale. Sara è fantastica e Oliver è una bomba». Punto.

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