Musica

La grande Renata Scotto: ora la sua voce è davvero celestiale

La sua morte ci addolora, il lavoro che ha fatto ci regala speranza, il riascoltarla nelle sue registrazioni ci dà gioia.

A Milano nel 1967
(Mario De Biasi (Mondadori Publishers)/Wikipedia)
16 agosto 2023
|

Io che la sentii cantare, la ricordo come un angelo. Lei, Renata Scotto; lei, Mimì, Traviata, Butterfly, Lucia… Lei originale voce, capace di sfidare Callas e Tebaldi ma intelligente per non farlo, ma diva sempre divina. Rara nel suo stile, nel suo porgere la voce, nel suo leggere note ad altri ignote. Oggi basterebbe dire: premiata due volte con un Emmy Awards per la sua interpretazione, non esistendo premi, altri, per la lirica adulta.

Era nata a Savona il 24 febbraio 1934 e cantò per la prima volta alla Scala, accanto a Renata Tebaldi e Mario Del Monaco, nella Wally di Alfredo Catalani diretta da Carlo Maria Giulini. L’anno prima, nel 1953, aveva debuttato – a soli diciannove anni, a Savona – ne La Traviata, un ruolo che le resterà vicino nella vita. E ascoltarla come Violetta era privilegio raro, ogni volta. Di sé stessa aveva spiegato in un'intervista al New York Times del 1978: "Sono un'attrice, ma anche una cantante. Anche quando sono profondamente coinvolta nel personaggio, non dimentico di essere sul palco. Se mi controllo, non esagero mai. Se non mi controllo, impazzisco. Ricordo che la prima volta che ho cantato Butterfly ho iniziato a piangere. Ero finita”. E che incredibile attrice fu fino alla fine per essere quella ragazza quindicenne di nome Cio Cio-san. Certo, esiste nell’opera lirica più che altrove il gioco del teatro, e abbiamo visto morire di tisi traviate ben poco smunte dalla tubercolosi, ma è la finzione codificata; lo stesso, la Butterfly della Signora Scotto è sempre stata “quindicenne” proprio per il suo essere attrice, per il suo mostrarsi. E quando la sua voce usciva da quel corpo, il miracolo si compiva, senza nessun trucco cinematografico. Non a caso donna di teatro, diventò col tempo brava regista e ancora riuscii ad applaudirla per il suo lavoro con Butterfly.

Molti ricordano che la Signora Scotto conquistò fama internazionale quando sostituì Maria Callas in una rappresentazione de La Sonnambula al Festival di Edimburgo nel 1957, dando così inizio a una brillante carriera che l'ha portata a esibirsi in tutti i più importanti teatri lirici del mondo. Lei aveva 23 anni, Callas ne aveva dieci di più ed era già divina. Per tutte le soprano, la presenza di Callas era una partenza con handicap, ma non per Scotto, il cui repertorio vanta più di cento ruoli e ha ampiezza e varietà straordinarie: dalle opere del bel canto di Vincenzo Bellini (Norma indimenticabile), Gaetano Donizetti (magnifica in Lucia di Lammermoor e L'elisir d'amore) e Giacomo Meyerbeer, alle opere veriste di Giacomo Puccini, Pietro Mascagni, Francesco Cilea e Umberto Giordano, alle dodici grandi eroine verdiane, non solo Violetta e Gilda, ma anche il Requiem, senza dimenticarla splendida nel difficile ruolo della Marescialla nel Rosenkavalier di Richard Strauss.

Nel corso degli ultimi anni, Renata Scotto si è affermata come la più ricercata insegnante di stile e tecnica vocale a livello internazionale, arrivando a dirigere masterclass di grande rilevanza nelle scuole di musica più prestigiose, comprese la Juilliard School, la scuola della Paris Opéra Bastille, della Lyric Opera di Chicago e del Metropolitan Opera. È stata strepitosa cantante, regista e maestra, davvero una Divina mai Diva, una donna che ha amato il palcoscenico e la musica e insegnato a rispettarli. La sua morte ci addolora, il lavoro che ha fatto ci regala speranza, il riascoltarla nelle sue registrazioni ci dà gioia.

Leggi anche:
Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔