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Alla ricerca dell’autenticità: Davina Sowers va sotto la pelle

Ascona riabbraccia una delle sue artiste più amate, il primo luglio dal vivo insieme ai suoi Vagabonds per il gran finale della manifestazione

Un mix di blues, gospel, New Orleans jazz, R’n’B e honky tonk
(Gioele Pozzi /JazzAscona)
30 giugno 2023
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La travolgente cantante, pianista e compositrice americana Davina Sowers, artista fra le più amate in assoluto dal pubblico di JazzAscona degli ultimi dieci anni e vincitrice dell’Aet Choice Award nel 2014, torna ad Ascona dopo la sua ultima visita nel 2017. Sabato primo luglio, Davina propone un irresistibile e caldissimo mix di blues, gospel, New Orleans jazz, R’n’B e honky tonk e si esibisce con un rodatissimo gruppo di musicisti del Midwest, The Vagabonds, con Zack Lozier (tromba), Matthew Hanzelka (trombone), Connor McRae Hammergren (batteria) e Graydon Peterson (contrabbasso). Ma la regina dello show è lei: con il suo carisma, la sua voce, il suo senso dello spettacolo e la sua vitalità, l’artista riesce a trascinare il pubblico con la forza di un uragano.

Davina, nel 2014 sei stata premiata assieme al tuo gruppo come migliore artista dal pubblico del festival e oggi torni ad Ascona dopo la tua ultima visita nel 2017. Cosa significa per te esibirti in questo festival?

Significa molto per me. Ascona è un capolavoro di persone meravigliose e amanti della musica. Mi sento sempre molto onorata di cantare per gli amici che ho conosciuto in precedenza e per i nuovi amici che incontro per la prima volta. Sono stata ad Ascona già cinque volte ed è ormai quasi una seconda casa per me. È molto raro, nel nostro settore, tornare spesso un posto. Quando si ha questa possibilità, è bello sviluppare sempre più amicizie.

La tua musica è un mix coinvolgente di stili e le tue ispirazioni musicali vanno da Fats Domino alla Preservation Hall Jazz Band ad Aretha Franklin. In che modo queste icone ti hanno influenzato come artista e come hai sviluppato la tua riconoscibilissima personalità musicale?

Mi hanno aperto la strada, creativamente e musicalmente. Io faccio solo cose che hanno un significato per me, non ho tempo da perdere con cose che non mi emozionano. Queste persone, i Preservation Hall, Aretha Franklin, Tom Waits, Louis Armstrong e tanti altri, non appena li ho sentiti mi sono connessa con loro a un livello profondo, a un livello di emozione. E così ho preso quell’emozione e l’ho usata per tutto ciò che amo. È questo che mi ha influenzato ed è questo che continua a essere il mio obiettivo principale: essere onesta, commuovere le persone e non perdermi in banalità.

Il tuo carisma sul palco e la tua capacità di comunicare con la gente sono straordinari. Come riesci a catturare e trascinare il pubblico durante le tue esibizioni? Hai qualche segreto?

Tutto deriva dal fatto che ho una sola vita. E ho visto molto nei miei 45 anni. Non sono vecchia, ma sento di aver visto molto di più della maggior parte dei 45enni, quindi credo che sia importante essere tutti completamente onesti. Sono sempre stata così, sono sempre stata la strana, sono sempre stata quella con il cuore in mano. Penso che quando sei più giovane, adolescente magari, vedi che sei un po’ diversa dagli altri e provi a essere come loro, ma questo non è il modo di vivere. Bisogna vivere pienamente, esattamente come si è destinati a vivere. Io lo faccio anche sul palco. Vuol dire essere liberi. Voglio che la gente lo veda e si senta libera di essere se stessa. Adoro salire sul palco e vedere come le riserve della gente si sciolgono. Mi ritengo fortunata di far parte di questo, anche solo per un’ora.

Oltre al tuo amore per il canto, hai anche una passione per il pianoforte. Cosa ti affascina di questo strumento e come hai sviluppato la tua abilità di pianista nel corso degli anni?

Il bello del pianoforte è che è disposto proprio di fronte a te e questo aiuta. In realtà io sono una cantante che suona il pianoforte. Non direi che sono una brava pianista, la mia prima passione è il canto e il pianoforte è fantastico per me perché è un veicolo per cantare. È uno strumento bellissimo, può essere molto morbido e dolce, ma anche arrabbiato e vivace. E poi può essere anche sexy. La grandiosità del pianoforte è così stratificata, può essere una festa o un funerale. È lì davanti a te ed è un’invenzione meravigliosa. Ho sviluppato qualsiasi tipo di progresso al pianoforte attraverso la pratica quotidiana.

Come leader della band, quali sono le qualità che cerchi nei musicisti che fanno parte dei Vagabonds? Come avviene la collaborazione creativa all'interno del gruppo?

Ci sono diverse variabili nel lavoro creativo. Io compongo la maggior parte dei pezzi. Scrivo e arrangio tutta la musica, poi la porto a loro e ci lavoriamo insieme. Poi c’è una creatività sul palco che non si può imitare, quindi cerco persone sensibili e gentili, perché non si tratta solo di musica. E cerco persone che abbiano esperienza e conoscenza della musica, che siano destinate a fare quello che fanno. Come Connor, il nostro batterista. Non riesco nemmeno a immaginare che possa fare qualcos’altro. E poi cosa farebbe, il farmacista, l’agricoltore? No. lui è destinato a suonare la batteria. Cerco tutto questo, ma poi il 50% è attitudine. Non voglio lavorare con gente che pensa che il mondo le debba qualcosa; siamo noi che dobbiamo qualcosa al mondo!

Hai una lunga esperienza di esibizioni dal vivo. C’è un concerto o un momento specifico che ha avuto un impatto significativo sulla tua carriera?

Sono ormai vent'anni che faccio questo lavoro. È strano, perché essendo musicista e lavorando on the road, a volte si suona accanto ai gabinetti, ma c’è sempre una progressione, anche quando il concerto è orribile. Non mi viene in mente un momento particolare: tutti i concerti, grandi o piccoli, formano il mio futuro musicale. Non dico che tutti i concerti siano belli, ma penso che anche quelli davvero orribili siano belli, perché mi insegnano l’umiltà e mi insegnano a essere onesta in una situazione molto disonesta. Per me è questo il significato di essere un’artista.

Infine, quali sono i tuoi progetti futuri? Stai pianificando nuove registrazioni, è previsto qualche altro festival in Svizzera o in Europa a cui i tuoi fan possono aspettarsi di vederti presto?

Stiamo per uscire con un nuovo album intitolato ‘Shoot for the Moon’. Ho scritto molte canzoni e le stiamo registrando. Suoneremo qualche pezzo nuovo qui ad Ascona. Non sono previsti altri concerti europei al momento, anche se mi piacerebbe. Ho l’impressione che da quando c’è stata la pandemia la vita sia più difficile per tutti, in particolare per gli artisti. Prima facevo più di duecento date all’anno, e quando è arrivata la pandemia, zero.