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‘Spine e lamponi’, il cielo sopra Sebalter

Giovedì 6 aprile al Teatro Sociale il nuovo album suonato dal vivo con ospiti (festa per i dieci anni di ‘Hunter of Stars’ inclusa)

Sebastiano Paù-Lessi, a.k.a. Sebalter
4 aprile 2023
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Comincia acustico che più acustico non si può, con un incedere melodico alla Mario Venuti, in una cosa sospesa nell’aria che si chiama ‘Il cielo di notte’; poi parte il ritornello folk, che è un marchio di fabbrica, con al suo interno un invito a guardare su, perché “più è buio e più ci riesce facile fare buon viso a cattiva sorte / Perché la sorte non è mai cattiva, è solo un po’ viziata dalle nostre aspettative”.

Il 6 aprile esce il quarto capitolo solista di Sebalter, si chiama ‘Spine e lamponi’ e l’ispirata ‘Il cielo di notte’ lo sta anticipando da qualche settimana. «Avevo pensato a brani da pubblicare con tempistiche cadenzate, poi mi sono detto che queste canzoni dovevano uscire tutte insieme», dice il Paù-Lessi. Da cui un mini-album da sei tracce a sancire un momento, o l’insieme di più momenti, che si possono pure chiamare ‘vita vissuta’. «È bello, anche dal punto di vista personale. Non usciva un mio lavoro da tre anni, ed è sempre emozionante quando ti consegnano lo scatolone con i cd freschi di stampa» (il feticista capirà).

Canta come parli

Era di maggio (2020) e di Sebalter, su queste pagine, si registrava la svolta linguistica di ‘Gente simpatica’. Per i nostalgici dell’inglese (noi lo preferiamo in italiano) è bene sapere che il Nostro ha deciso: «Non lo utilizzo più. Un tempo mi capitava spesso, nella mia vita studentesca, per esempio. Ora no, ed è bello scrivere nella lingua che si utilizza tutti i giorni». Su ‘Spine e lamponi’, ‘Il cielo di notte’ è rappresentativa del tutto: «È una riflessione sulle nostre aspettative, sui nostri piccoli e grandi tormenti, sulla prospettiva che andrebbe trovata a tante cose che accadono nella quotidianità». ‘Il cielo di notte’ è anche rappresentativa di una scrittura più matura: c’entra l’essere padre? «C’entrano la maturità, e anche la prudenza. Ne parlavo con un amico, che mi ha detto di come i piloti di Formula 1, una volta diventati padri, perdono un tot di velocità a giro. È dimostrato, è una cosa psicologica e inconscia».

Burn, baby burn

‘Spine e lamponi’ arriva nel pieno dei festeggiamenti di ‘Hunter of Stars’. Scritta nel 2013, la canzone fece un figurone l’anno dopo all’Eurovision Song Contest di Copenaghen, aprendo la strada all’ex Vad Vuc diventato solista due anni prima. Com’è scrivere canzoni, dieci anni dopo? «Mi guida sempre l’ispirazione, credo che un brano sia valido solo quando è ispirato. Di certo il mondo circostante influenza i testi, ma lo fanno anche semplicemente gli anni che passano. Per certi versi, mi dico che col tempo sto diventando più polemico. Me ne sono fatto una ragione». Accade in ‘Dicono che brucia’, traccia n. 3, presa di coscienza del fatto che “tutti urliamo tanto forte e non sentiamo più niente”, noi che “abbracciamo il nuovo che avanza scrivendo cose profonde su Instagram col sudore, la fatica e il talento degli altri” e non ci prendiamo mezza responsabilità (“Brucia, brucia l’Amazzonia, ma noi di sbagliato facciamo solo il Negroni”).

«‘Dicono che brucia’ – dice Sebalter – si può guardare da tante prospettive diverse. Senz’altro è una riflessione dettata dal tempo, dal feticcio della comodità che ci accompagna tutti: ti siedi sul divano, accendi il tuo iPad e hai una panoplia di telefilm che non finisce più. Si dice che la tecnologia sia un ineluttabile miglioramento: ma di cosa? Della componente umana?». Di certo, la tecnologia non consente di aprire la scatola con i cd nuovi, e comunque va bene così, non si può sempre e solo cantare d’amore. «Sì, lo dice anche Brunori Sas» (“Canzoni che parlano d’amore perché alla fine dai, di che altro vuoi parlare”).

Caterina c’è

Testi e musiche di Sebalter, produzione, registrazione e mix di Fabio ‘Mago’ Martino, Daniel Macullo alla chitarra elettrica, Marco Cuzzovaglia alla batteria, André Sampaio al basso, Mattia Bordignon alla chitarra acustica. ‘Spine e lamponi’, l’album, dà una casa a ‘Guerriera’, il singolo pubblicato nel giugno del 2019 per ricordare Monica Paglia, la 15enne bellinzonese strappata alla vita da un osteosarcoma. ‘Spine e lamponi’, la canzone, è una filastrocca elettro-pop. ‘Canzone per una bimba lontana’, lo dice il titolo, parla a una bimba, ma non è la canzone per Caterina: «No, la canzone per mia figlia non è ancora stata scritta, arriverà. Anche se Caterina c’è, qua e là nel disco».

‘Spine e lamponi’ si ascolterà al Sociale giovedì 6 aprile alle 20.45. «Per questo concerto ho voluto recuperare la vena live che ha caratterizzato ‘Gente simpatica’. Recupero mandolino, banjo e chitarre acustiche». Lo spettatore vivrà tre fasi: una prima «su di giri, tirata, con pochissime pause e molto folk, con canzoni da tutti e quattro gli album»; la seconda è un intermezzo: «Mi concentro sui lenti, con un quartetto d’archi e Kety Fusco all’arpa. Ci sarà anche Elias Bertini, cantautore che apprezzo e che ho invitato per due brani». Ci sarà anche il Cora Quartet, quartetto d’archi italiano arrangiato da Daniel Macullo. La terza fase sarà «un ritorno al folk, anche qui con Kety Fusco: in ‘Sleepless Nights’ (su ‘Day of Glory’, 2015, ndr) c’è originariamente un’arpa, ma non sono mai riuscito a suonarla dal vivo con quello strumento». Accadrà giovedì.

Europensieri

Dieci anni di ‘Hunter of Stars’, dicevamo. Chiudiamo allora con Remo Forrer, l’omologo che quest’anno difenderà i colori rossocrociati all’Eurovision Song Contest di Liverpool: «Voce notevole, bella scelta. Il brano è ben fatto, molto ‘prodotto’ sì, ma quell’accenno pianistico, non esagerato, lo porta altrove dal pop classico, anglosassone, contemporaneo, ed è una qualità. Lui è interessante, anche dal vivo, l’ho ascoltato in ‘The Voice’».

Era l’europensiero di Sebalter, che per sé non ha più alcun europensiero: «C’è un momento per tutto» (www.teatrosociale.ch).