Venerdì 17 marzo a Lugano con il nuovo spettacolo, sulla scia di un grande disco prodotto da Gino Vannelli (però non parlategli di scudetto...)
Ama Lugano, questo è certo. «Ed è sempre un piacere ritrovare gli italiani che lì vivono, è un legame che sento molto». Sarà il lago, un sostituto del mare (ma mai quanto il mare), sarà che Lugano è «città accogliente, e il pubblico è meraviglioso, sono sempre felice quando ci torno. Gli applausi sono la spinta che mi manda sempre più avanti». Nei tempi stretti di un tour che avanza spedito, raccogliamo parole di Massimo Ranieri. Il suo nuovo spettacolo, che è il naturale prolungamento del precedente, approda venerdì 17 marzo alle 20.30 nella Sala Teatro del Lac, luogo per attori, narratori, musicisti, categorie che il napoletano incarna e rilancia, plasmandole, nello show che è tanto il recital del mattatore quanto il concerto dell’interprete puro. In ogni caso, con la voce al centro.
Lo spettacolo questa volta s’intitola ‘Tutti i sogni ancora in volo’, verso che arriva pari pari da ‘Perdere l’amore’, anno 1988, il Ranieri diversamente napoletano che vinse Sanremo con un brano che da tempo è storia della canzone italiana, consacrata dal relativo Festival. Tornando dalla Riviera agli altrettanto miti lidi luganesi: «Sul palco, oltre alle mie canzoni di sempre – ci spiega Ranieri – ci saranno quelle del mio ultimo sogno realizzato, e cioè il secondo album nato dalla collaborazione con Gino Vannelli, un grande artista che ho sempre ammirato e con il quale si è subito instaurato un rapporto sincero di amicizia e stima. L’album porta lo stesso titolo dello spettacolo, ‘Tutti i sogni ancora in volo’. È il sogno di sempre, quello di un disco di brani inediti, scritti da grandi autori come Ivano Fossati, Pino Donaggio, Giuliano Sangiorgi e molti altri, giovani e bravissimi. Sia nel disco che nello spettacolo, il filo conduttore è sempre l’amore».
Tutto quadra per "un innamorato dell’amore, un ultrà del sentimento", come l’artista si è definito poco tempo fa a Brescia, sede una delle date italiane andate sold out già settimane prima. "Non ci penso proprio a smettere di sognare", diceva in quell’occasione. ‘Tutti i sogni ancora in volo’ è anche un libro del 2021, edito da Rizzoli, un’autobiografia mista a bilancio, con foto e aneddoti. Ci soffermiamo sul disco uscito lo scorso anno, uno di quei dischi come si facevano una volta.
C’è la musica techno, "quella preferita dai tecnici", e la musica metal, che "si suona solamente con strumenti in metallo". C’è la musica elettronica, che è quella "preferita dagli elettricisti", e la musica garage, quella di "quando cerco un parcheggio in centro". In apertura di ‘Tutti i sogni ancora in volo’, il disco, Carlo e Nicolò Verrienti hanno scritto per Massimo Ranieri l’estiva ‘Canzone con le ruote’, atmosfere calypso che sono un benvenuto e per le quali Vannelli ha pensato a cori finali à la Take 6. I due Verrienti, tra gli autori del momento, hanno scritto anche la ballad ‘Di me di te’, dall’andamento lento e latin. E poi ‘Asini’, un affresco dei tempi moderni, giorni in cui "c’è chi è ancora convinto che gli asini volino altissimi". È loro pure ‘Lasciami dove ti pare’, cantata all’ultimo Festival, da ospite.
Nell’album, Ranieri recupera la poesia ‘La mia mano a farfalla’, il Bruno Lauzi che parlava del suo Parkinson, messo in musica da Franco Fasano e portato da Vannelli dalle parti di Santana. Pacifico scrive da par suo l’esistenziale ‘Questo io sono’, cesellata da un basso fretless, e insieme a Pino Donaggio firma ‘Noi che ci amiamo’, per soli voce, pianoforte e orchestra. Giuliano Sangiorgi offre l’assai intima ‘È davvero così strano’, Gianni Togni e Gerardo Di Lella ‘Tutto quello che ho’, ritratto di un artista che insegue un tempo che non tornerà. Verso la fine, Ivano Fossati firma ‘Dopo il deserto’ e Ranieri canta l’amore come solo lui sa fare, e come solo Fossati sa scrivere.
Chiude una delle cose più belle e utili ascoltate al Festival negli ultimi anni, il brano che è valso al napoletano il Premio della Critica intitolato a Mia Martini, e cioè ‘Lettera di là dal mare’. Il brano scritto da Fabio Ilacqua è una storia di emigrazione, di sogno americano e, vista l’attualità, di sogno italiano. Il verso "qualcuno grida terra, terra, terra" sta tra Sanremo 2022 e il mare di Calabria: «Quando l’ho cantata ero molto, molto emozionato, perché sono stato anche io emigrante al nord, ma la situazione ora è decisamente diversa e più drammatica e mi sento vicino a quei disperati che affrontano il mare sperando in un futuro migliore. Ogni volta che la canto, mi emoziono moltissimo. E poi, in questi giorni, l’ennesima tragedia del mare non può lasciare nessuno indifferente».
La pagina facebook di Ranieri, la ‘Massimo Ranieri Official’ con la spunta blu, ancora pullula di momenti sanremesi, compreso lo scatto con i "due ragazzini" Gianni Morandi e Al Bano, un medley che ha già un suo posto nelle Teche Rai. Tra un riconoscimento e l’altro (quello di Grande Ufficiale della Repubblica Italiana, per esempio, ritirato a inizio anno), spiccano una foto con il fu Pelè e piccoli, moderati momenti di fede calcistica. Soprattutto in questo 2023 di calcio spettacolo, non è il caso di chiedere a un tifoso degli azzurri come andrà quest’anno: «A questa domanda preferirei non rispondere… sono napoletano, amo il Napoli e tifo sempre e da sempre Napoli. E ho detto tutto» (concerto in collaborazione con Horang Music. Prevendita su www.biglietteria.ch. Info: www.luganolac.ch, info@horangmusic.com).