Spettacoli

Addio a Lando Buzzanca, fu arbitro e ‘Merlo maschio’

Sono due dei personaggi che lo resero famoso. L’attore, 87 anni, si è spento al policlinico Gemelli di Roma

Gerlando Buzzanca, detto Lando. Era nato a Palermo nel 1935
(Twitter)
19 dicembre 2022
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In piena giornata calcistica, il primo pensiero va a Carmelo Lo Cascio, arbitro di Acireale disposto a tutto pur di diventare fischietto internazionale: le anfetamine, che lo porteranno alla pazzia, gli servono per essere infallibile sul campo ma anche a letto, nell’atto di soddisfare gli appetiti sessuali della moglie e di una più esigente (della moglie) amante. È quanto accade in ‘L’arbitro’, una delle commedie più riuscite sul calcio, e col calcio a recitare se stesso (i telecronisti Bruno Pizzul e Nicolò Carosio, tra gli altri). In quel film del 1974, Lo Cascio è palesemente ispirato al siracusano Concetto Lo Bello (1924-1991, direttore di gara che detiene il record di partite arbitrate nella Serie A italiana); l’amatore, invece, appartiene allo stereotipo del siciliano focoso che ha reso indimenticabile Lando Buzzanca, morto all’età di 87 anni al Policlinico Gemelli di Roma dopo un anno trascorso dentro una Rsa.

Cameriere e gigolò

Gerlando Buzzanca, detto Lando, era nato a Palermo il 24 agosto del 1935 da una famiglia di attori. Gli studi di recitazione all’Accademia Sharoff e, parallelamente, le esperienze da cameriere e gigolò; poi l’esordio al cinema poco più che ventenne, come schiavo nel kolossal Ben-Hur (1959). Nel 1961, Buzzanca è più di una comparsa: Pietro Germi gli affida il ruolo di Rosario Mulè in ‘Divorzio all’italiana’; l’anno dopo, lo stesso regista gli affida quello di Antonio, fratello di Stefania Sandrelli in ‘Sedotta e abbandonata’.

L’attore non disdegna la tv, partecipando ad alcuni sceneggiati televisivi, coltivando piano piano il personaggio di intraprendente e non sempre intelligentissimo amatore, culminato più tardi in ‘Homo eroticus’ (1971), e in una serie di ‘giornaletti’ da caserma il cui titolo è, non a caso, ‘Lando’.

Prima dei fumetti, nel 1963, Buzzanca appare al fianco di Catherine Spaak in ‘La parmigiana’ di Antonio Pietrangeli; nel 1971, la svolta ne ‘Il merlo maschio’ di Pasquale Festa Campanile, con Laura Antonelli. Gli anni 70 sono anche quelli del successo televisivo in coppia con Delia Scala in ‘Signore e signora’, dove nasce il tormentone "mi vien che ridere", che per Buzzanca è stata "una delle cose più belle della mia vita".

Andate e ritorni

Tra i Sessanta e i Settanta, Buzzanca lavora con Lucio Fulci in ‘Operazione San Pietro’ (1967) e ‘Nonostante le apparenze... e purché la nazione non lo sappia... All’onorevole piacciono le donne’ (1972); gli anni Ottanta, con la commedia sexy italiana ormai distante dal suo personaggio, gli riservano spazio a teatro e in tv, e un solo ruolo degno di nota, quello di Valeriano in ‘Secondo Ponzio Pilato’ (1988) di Luigi Magni. Molto più tardi, nel 2005, il ritorno di popolarità nei panni del commissario della Polizia di Stato Federico Vivaldi, nella fiction televisiva ‘Mio figlio’: nata da un’idea dello stesso Buzzanca, la miniserie narra di un commissario che durante un’indagine scopre l’omosessualità del figlio, e supera col tempo la non accettazione iniziale.

Nel 2007, la sua interpretazione ne ‘I Viceré’ di Roberto Faenza gli vale la vittoria di un Globo d’oro e la nomination al David di Donatello come migliore attore protagonista. In ambito di serie tv, Buzzanca torna nei panni di Vivaldi in ‘Io e mio figlio’, raccoglie altri consensi con ‘Lo scandalo della Banca romana’ e ‘Il restauratore’. Nel 2016 si concede un ‘Ballando con le stelle’; nel 2017 è a fianco di Carlo Delle Piane in ‘Chi salverà le rose?’, spin off di ‘Regalo di Natale’ di Pupi Avati: per il cinema, è l’ultimo Buzzanca, già segnato anni prima dalla morte della moglie Lucia, al suo fianco per 57 anni. Una perdita che portò, nel 2013, a un tentativo di suicidio.

Tv del dolore

Buzzanca si trovava da oltre due settimane in una clinica per la riabilitazione, punto d’arrivo di un lungo scontro tra il figlio Massimiliano e la compagna Francesca Della Valle, di 35 anni più giovane. La vicenda, approdata purtroppo alla tv del dolore, si è trascinata per settimane tra accuse incrociate di abbandono, trascuratezza, ingerenze nella gestione delle cure.