L’Opera studio internazionale ‘Silvio Varviso’, ha aperto lunedì 18 luglio Ticino Musica: intervista a Daniele Piscopo, regista e scenografo
Il 2022, con la messa in scena de ‘La Cenerentola’ di Gioachino Rossini, segna il 15esimo compleanno dell’Opera studio internazionale "Silvio Varviso", progetto lirico del Festival Ticino Musica che ogni anno richiama in Ticino cantanti provenienti da tutto il mondo. Prodotta interamente nel cantone ticinese e pensata per i luoghi in cui si svolgono le recite, l’Opera studio rappresenta per i giovani cantanti selezionati un importante trampolino di lancio verso una carriera internazionale. Ci parla di tutto questo Daniele Piscopo, regista e scenografo.
Quali sono le peculiarità che contraddistinguono l’Opera studio in Ticino Musica da una ‘normale’ produzione operistica?
Sicuramente la presenza di uno dei migliori esperti vocali su Rossini, ovvero Umberto Finazzi: da 15 anni forma i ragazzi qui a Ticino Musica e i cantanti vengono appositamente perché c’è una figura professionale di questo livello. In secondo luogo il fatto che – a differenza di molte opere studio esistenti, in cui si prepara un’opera per eseguirla unicamente in forma di concerto – a Ticino Musica l’opera viene preparata e messa in scena nella sua totalità, quindi con i costumi, con una regia, con una scenografia e un’orchestra. Non ovunque viene data infine l’opportunità di debuttare un’opera subito con una tournée di più recite che toccano varie località.
‘La Cenerentola’ di Gioachino Rossini: quali sono le caratteristiche più eclatanti di questo capolavoro e quali i suoi segreti e quali gli aspetti maggiormente ‘formativi’ per i cantanti impegnati in questa produzione?
"La Cenerentola" è un’opera molto complessa, musicalmente difficile, che racchiude però una magia incredibile, la magia vera del teatro (cosa che in altre opere ad esempio viene meno). È un’opera assolutamente completa, in cui tutti gli aspetti teatrali vengono sviluppati all’ennesima potenza e anche dal punto di vista vocale è molto impegnativa. Cenerentola racchiude la favola per eccellenza, una favola che ha le sue radici nei racconti più popolari, poi si evolve e diventa quella che tutti noi conosciamo. L’opera scritta da Rossini su libretto di Jacopo Ferretti contiene e amplia questa magia e questa continua ricerca del magico, che è ciò che più di tutto ho voluto mantenere e rappresentare. Specialmente ora, che stiamo attraversando un periodo storico connotato da molte brutture, vorrei che per il pubblico che assisterà all’opera per tre ore del proprio tempo riesca a dimenticare le cose orribili che lo circondano e possa abbandonarsi alla magia, al sogno e al bello. Vorrei che di fronte alla nostra Cenerentola le persone potessero tornare bambine, trasportate dai numerosi riferimenti ai giochi dell’infanzia e al mondo della fiaba, come le capanne costruite con gli ombrelli.
Questa per te è la seconda ‘Opera studio’ a Ticino Musica in veste di regista. Quale posto occupa questa esperienza nell’incedere della tua carriera?
Per me lavorare con i giovani è fondamentale, perché con loro si può sperimentare: ritengo infatti che la sperimentazione e la ricerca siano le caratteristiche essenziali dell’opera studio. A Ticino Musica, avendo a disposizione cinque settimane di tempo, si può sperimentare da tutti i punti di vista: vocale, musicale, scenico, mimico; si possono cercare personaggi nuovi e proporre in generale qualcosa di nuovo. Tutto ciò che si vedrà in scena è frutto di un lungo studio fatto da me e dai miei assistenti del team creativo (scenografia, regia e costumi) in funzione esclusiva di quest’opera studio. Sarà una produzione del tutto nuova e innovativa e per me quest’anno di lavoro rappresenta un passo avanti, rispetto alla produzione 2021, proprio sulla via dell’innovazione.
Cinque settimane di lavoro intenso: in che clima si svolgono le prove e qual è l’evoluzione dei rapporti professionali e umani in questo arco di tempo?
In questo lasso di tempo si vengono a creare dei bellissimi rapporti umani, ma alla base c’è un elemento senza il quale ciò non sarebbe possibile: la voglia d’imparare, di raggiungere il massimo livello di preparazione e di realizzare ogni cosa in modo artistico. Questo consente di superare i piccoli problemi tecnici e burocratici che ogni produzione porta con sé e di raggiungere l’obiettivo prefissato: far sognare il pubblico.