Nella Lugano città della danza, è tempo per ‘A space for all our tomorrows’ di Annie Hanauer, una delle tre prime assolute, di Lorena Dozio e molti altri
Il sabato del Lugano Dance Project si apre con le repliche (4, dalle 10.30) di ‘Monumentum the second sleep | MASI Lugano’ di Cristina Kristal Rizzo, protagonista Megumi Eda, lavoro allestito nella sala espositiva del museo che si affaccia sul lago di Lugano. Alle 19, il secondo appuntamento di ‘Shadowpieces’ ideato dalla pluripremiata coreografa Cindy Van Acker, negli spazi della Società di Navigazione del Lago di Lugano. Alle 20.30, al Teatro Foce, la coreografa e danzatrice Annie Hanauer firma una delle tre produzioni del festival di cui è anche protagonista, ‘A space for all our tomorrows’, opera che esplora le proprietà del corpo, il piacere e il potere, le idee di "natura" e "naturalezza", in relazione all’utopia e alla disabilità (domenica alle 9.30, al Luini 6 Bistrot, colazione col pubblico). Dalle 22.45 in Piazza Luini, il coreografo basilese di origini turche Muhammed Kaltuk a ritmo di hip-hop insieme alla sua Company MEK in ‘Ta Fête. A Cypher ritual’. Domenica, dalle 11 alle 13, Kaltuk condurrà un workshop di danza urbana allo Skatepark di Lugano, aperto a studenti di danza.
Nella giornata di domenica, tra le 10.30 e le 14, la performer ticinese Lorena Dozio presenta in Teatrostudio ‘Come un salto immobile – Audiodanza’, di cui il Lac, durante il lockdown, ha già proposto un primo esito in versione audio. Dozio porta sul palcoscenico, da sola, un dialogo in tempo reale tra il corpo in scena della danzatrice, la voce di Stéphane Bouquet, il suono e la musica di Kerwin Rolland. Chiude il festival il debutto assoluto di ‘Another Breath’ della coreografa svizzera Lea Moro, meditazione acustico-performativa sul respiro che coinvolge fattivamente il pubblico. Al termine dello spettacolo, Lea Moro incontrerà il pubblico al Luini 6 Bistrot.
Domani e domenica 29 maggio alle 11 in Sala 4, ‘Freak Out!’, film documentario di Carl Javèr sul Monte Verità, costruito grazie a interviste, materiali d’archivio e animazione. Proseguono le proiezioni sulla facciata del Lac di Rebo(u)nd, videoinstallazione della coreografa canadese Caroline Laurin-Beaucage.