La 39esima edizione dal 16 ottobre al 7 novembre al Teatro Foce: ‘Mai come oggi ripartire è importante’, dice Michel Poletti
Cominciamo dall’anno prossimo, dal 40esimo, per raccontare del festival più longevo in Europa in questo settore: «Speriamo di riportare artisti che hanno segnato le tappe più importanti, sarà una grande festa per quella che è una storia artistica, ma anche di vita». Parola di Michel Poletti, fondatore. Prima, però, c’è 39esimo Festival internazionale delle marionette, dal 16 ottobre al 7 novembre a Lugano al Teatro Foce, forte di un’appendice chiamata ‘Museo delle marionette’ nato nel luglio del 2020, passata attraverso l’emergenza con eventi forzatamente ridimensionati e adesso, finalmente, nella sua triplice funzione: di esposizione degli esemplari creati e usati in passato da Poletti, dapprima; di sede di mostre temporanee, poi; e alla fine del festival, luogo in cui ammirare la cinquantina di creazioni provenienti dalle grandi famiglie di marionettisti italiani, oggetto della collezione Zanella-Pasqualini. «Come l’Amleto di Pietro Resoniero – spiega Poletti – un esemplare del 1560 circa, perfettamente funzionante e che portammo in scena una decina di anni fa, o il Gianduia, maschera tipica di Torino creata dalla famiglia Lupi, o i pezzi di Vittorio Podrecca, veneziano che morì a Ginevra nel 1959, il primo a girare il mondo come entertainer. E anche i pupi siciliani, così che le persone li possano vedere più da vicino».
’La terribile e spietata battaglia tra Orlando e Rinaldo per amore della bella Angelica’, sabato 16 ottobre
Perché più da lontano, i pupi, si potranno vedere nella ‘Terribile e spietata battaglia tra Orlando e Rinaldo per amore della bella Angelica’ di sabato 16 ottobre ad aprire un Festival nel quale «ripresentiamo la tradizione» a partire dai pupi che tornano a Lugano dopo una decina d’anni: «Sono quelli della famiglia Cuticchio, quelli palermitani che pesano una quarantina di chili, mentre a Catania sono più alti e pesano di più». I pupi dalla storia «estremamente strana, presenti in Sicilia ma ancor prima a Napoli e a Roma», due forme poi scomparse di una tecnica che si ritrova nel nord della Francia e nelle Fiandre. Pupi che da secoli raccontano «immutabilmente la saga dai cavalieri di Carlo Magno e che parlano italiano, malgrado i siciliani vadano fieri della propria lingua».
Dai pupi si passa – una stanga nella testa in meno e qualche filo in più – alle marionette a fili di, appunto, ‘Camminando sotto i fili’ di Nadia Impero (domenica 7 novembre), tradizione di grandi virtuosi russi lungo la quale si allinea l’artista sarda. Dai fili al teatro delle ombre, «dette cinesi ma che cinesi non sono perché vengono dall’Asia, India o Indonesia, e in Cina soltanto più tardi»: superati i problemi ‘doganali’ dovuti al Covid, può dunque arrivare con in ‘My shadow and me’ (Io e la mia ombra, domenica 24 ottobre) il «sagomatico» inglese Drew Colby, che alle ombre delle mani aggiunge anche quelle prodotte dal proprio corpo. Altre ombre, miste ad attorialità, sono quelle del Teatro le Giravolte in ‘Mangiafuoco, Pinocchio e…’ (domenica 7 novembre) e quelle miste a magia comica del ‘Carnevale degli animali’ di Federico Pieri.
Tra le attrattive dell’edizione 39 del Festival delle marionette («Marionette in senso generico, alla francese, termine che include tutte le tecniche e sfaccettature di quest’arte») c’è il Piccolo Principe (giovedì 4 novembre), richiesta venuta dalla Pro Grigioni italiano per far rivivere le antiche marionette del bregagliese Piero del Bondio raffiguranti i personaggi del libro (con Margherita Coldesina, Lucia Bassetti e il Teatrino dell’Es), occasione per Poletti, presosi carico della ‘missione’, per smontare e rimontare l’opera di Saint-Exupéry (più a suo gradimento). ‘Il topo di campagna e il topo di città’ del Teatro Glug, domenica 17 ottobre, inaugura gli spettacoli (non solo) per i più piccoli: ‘Le penne dell’orco’ del Teatro delle dodici lune, le ‘Storie mannare’ del Laboratorio del Mago, ‘I segreti degli gnomi’ di Lucia Osellieri, ‘Il sogno di un burattino’ del minimalista Gino Balestrino, ‘I tre porcellini’ dell’ucraina Christina Boukova, le ‘Favole di animali’ del Teatro dell’Erba Matta. Una parentesi per il ‘Cabaret dei piedi’ di Veronica Gonzales (domenica 24 ottobre), tra le poche artiste al mondo a costruire personaggi su parti del proprio corpo.
‘Il cabaret dei piedi’ di Veronica Gonzales, domenica 24 ottobre
Flashback. Il quasi 40enne Festival delle marionette è «diverso da quando è stato creato perché anche il contesto è diverso, cambiato». Così Poletti aveva aperto l’incontro di presentazione. «È nato nel 1979 da me e mia moglie Michelle, è partito dal Palacongressi appena aperto, che fummo tra i primi a usare in una situazione teatrale ben diversa: a Lugano c’erano ancora il Kursaal e altre sale provvisorie o fisse, che abbiamo usato tutte. Oggi, sale alternative non ce ne sono più, e nemmeno luoghi di media dimensione come il Cittadella. E c’è un numero impressionante di spettacoli all’aperto d’estate che di solito non costano nulla e rendono un po’ più difficile il nostro tentativo di attirare il pubblico su qualcosa di specifico. Per questo motivo, con l’edizione 2020 fortemente compromessa, mai come oggi questo ripartire è importante» (biglietti su www.biglietteria.ch, programma completo su www.musicateatro.net).