Durante l’incontro con il direttore organizzato dalla Corsi si è discusso di pari opportunità, risparmi, cultura e dell’ennesima rubrica gastro/culinaria
A sei mesi dall’arrivo di Mario Timbal alla plancia di comando della Rsi, la Corsi ha organizzato un incontro con il nuovo direttore. “Cercavamo un manager con esperienze imprenditoriali nell’ambito culturale – ha esordito Luigi Pedrazzini, presidente della Corsi – e una figura nuova per la Rsi. Ebbene, Mario rispondeva a queste nostre richieste”.
Lusingato ma non imbarazzato, Timbal ha voluto precisare che, dal canto suo, sentiva il desiderio di tornare in Ticino, da cui si era allontanato dopo i compiti svolti per il Festival di Locarno. “Cosa le è rimasto di quell’esperienza?” è stata fra le prime domande poste all’ospite dalla moderatrice Barbara Bassi, già esponente della Commissione Federale dei Media (Cofem) e già segretaria del sindacato Comedia (oggi syndicom). “Soprattutto il rispetto per la creatività” è stata la pronta risposta di Timbal, che sul concetto di “creatività” ha poi insistito parecchio. Anche la parola equilibrio è risuonata più volte nell’Auditorio Stelio Molo che ha accolto un pubblico non strabocchevole epperò molto attento. L’equilibrio finanziario, per esempio, alla cui rincorsa l’intera Ssr è impegnata ormai da tempo. E qui Timbal è stato rassicurante: “Pur dovendo risparmiare, continueremo a produrre molto”. Per far quadrare il cerchio è stata creata una “Commissione editoriale” che ha innanzitutto il compito di gestire le risorse – non solo economiche – dell’ente radiotelevisivo, migliorandone la collaborazione al suo interno e snellendo così le diverse produzioni. Importante l’equilibrio, in una Rsi generalista, fra intrattenimento, approfondimento: (“Falò, Patti Chiari e Storie restano nostri capisaldi”) e cultura. Già, la cultura: dopo le polemiche suscitate dalla rivoluzione proposta dal progetto Lyra per la Rete Due radiofonica e le migliaia di firme raccolte contro queste idee, oggi tutto tace. Anche in questo caso Timbal è apparso più che rassicurante: “Vorrei una Rete Due all’attacco e che sappia allargare il suo spettro d’analisi”. Inevitabile l’accenno alla questione della (sotto)rappresentanza femminile: “Non credo nelle quote rosa, forse non sono proprio lo strumento adatto per giungere a una vera parità. Credo piuttosto nello sviluppo delle competenze”. Altro fondamentale equilibrio da ricercare è quello tra gli indici d’ascolto e il mandato politico (“Se cade uno, addio all’altro!”) e oggi la Rsi si fa in tre per offrire le sue proposte: via etere e su Internet. E qui il direttore si è calato anche nelle cifre: “Il 70% si affida a radiotv e Rete, un 10% non si stacca da Internet, mentre il restante 20% è lo zoccolo duro legato unicamente o quasi ai canali tradizionali”.
Sul concetto “creatività nel pensare a nuovi programmi”, Barbara Bassi ha espresso qualche perplessità, citando la nuova rubrica dedicata ai funghi. “Poteva sembrare un programma di nicchia, ma non è così: abbiamo avuto un indice d’ascolto altissimo, attorno al 40%”. Più o meno la stessa risposta – però più sibillina e dunque un po’ meno rassicurante – a chi dalla platea lamentava il varo dell’ennesima rubrica gastro/culinaria: “I dati ci dicono che il nostro pubblico gradisce sempre molto questo genere di offerta”.
Un buon test per valutare se gli intendimenti di Mario Timbal possano trovare uno sbocco concreto nei programmi Rsi sarà il nuovo palinsesto mattutino di Rete Uno, che sarà varato il prossimo 12 novembre. Auguri!