Voce narrante di Omero dell'Odissea televisiva Rai, reso popolare dall'assistente del Tenente Sheridan, ha calcato le scene fino all'ultimo. Aveva 94 anni
Da Eschilo ad Amleto, dal Maigret con Gino Cervi al ruolo dell'assistente di Ubaldo Lay (il Tenente Sheridan di Giallo Club) che gli diede la grande popolarità, alla voce narrante di Omero dell'Odissea di Franco Rossi, che fece epoca. Ha attraversato la storia del teatro, della tv, del cinema Carlo Alighiero, morto a Roma l'11 settembre all'età di 94 anni dopo una breve malattia. E dopo una carriera lunga 70 anni vissuta accanto alla moglie Elena Cotta, anche lei attrice e doppiatrice.
Nato nel 1927 a Ostra, nelle Marche, Alighiero ha calcato le scene fino all'ultimo, prima che il Covid fermasse il mondo dello spettacolo. Con energia, creatività, talento, ha percorso un arco temporale straordinario tra le varie arti. Il debutto in teatro con lo stabile di Padova nel '52 con un classico, L'Agamennone di Eschilo per la regia di Gianfranco De Bosio e subito dopo nell'Amleto di Vittorio Gassman. Intanto il corso di regia di Orazio Costa all'Accademia d'Arte Drammatica: gli insegnanti erano i grandi del teatro del '900, Costa, Sergio Tofano, Wanda Capodaglio, Vittorio Gassman e Silvio D'Amico, i compagni Monica Vitti, Luca Ronconi, Glauco Mauri, Luigi Vannucchi, Ileana Ghione, Renato Mainardi del quale Alighiero produsse e interpretò la commedia "Per una giovinetta che nessuno piange" al Teatro Eliseo di Roma, regia di Arnoldo Foà.
Con il teatro arrivò Elena Cotta, si sposarono ed ebbero due figlie, Barbara e Olivia, e poi nipoti e bisnipoti. Il primo incontro a Milano, nel 1949, poi il trasferimento a Roma, per frequentare la Silvio D'Amico. Da allora, assieme, hanno calcato le scene di tutti i teatri d'Italia e nel 2012 hanno festeggiato le Nozze di Diamante rinnovando la promessa di matrimonio fatta il 30 dicembre 1952.
Negli anni Settanta il desiderio di unità familiare e professionale condusse Carlo a una formazione teatrale indipendente, destinata a vivere con passione una esperienza di ricerca: Edipo di Seneca, Amleto di Riccardo Bacchelli, in cui, con la regia di Carlo, Elena interpretò il ruolo problematico del protagonista. Fino all'Arlecchino servitore di due padroni di Goldoni con la regia di Carlo che inaugurò il Teatro Manzoni a Roma di cui Alighiero fu direttore artistico fino al 2002. Lo spettacolo si concluse con due lunghe tournée: in Cina, dove per la prima volta approdò una compagnia italiana, e in Russia, arrivando fino in Siberia. Era la fine degli anni Ottanta, e da allora Carlo ed Elena, come soci fondatori del Manzoni, con la loro compagnia hanno agito stabilmente con un repertorio di grande successo, sempre testimoniato da un pubblico numeroso, facendo debuttare in teatro con grande divertimento personaggi dello spettacolo come Fabrizio Frizzi – grande amico di Alighiero – e Rita Forte.
Accanto al teatro, c'è stata anche la grande televisione, fin dalla sua nascita nel 1954. L'attore debuttò nel '54 per la regia di Alessandro Brissoni con Albertazzi e De Carmine, lavorò poi in Maigret con Gino Cervi e con Andrea Camilleri, Daniele Danza, Silverio Blasi, Morandi, Anton Giulio Majano, Giuseppe Fina. La grande popolarità arrivò nel '60 nel ruolo dell'assistente di Ubaldo Lay - il Tenente Sheridan di Giallo Club -: ma la lunga serialità gli stava stretta e così propose agli autori di "uccidere" il suo personaggio per dedicarsi al teatro come attore e regista.
Nella lunga carriera c'è stato spazio anche per il cinema, negli anni Settanta (da Dario Argento a Sergio Martino, da Damiano Damiani a Lucio Fulci), i radiodrammi, anni di doppiaggio nell'era d'oro (è stato la voce di Anthony Quinn), per l'indimenticabile voce narrante di Omero dell'Odissea di Franco Rossi che fece epoca.
I funerali si terranno martedì 14 settembre alle 11 nella chiesa di San Francesco a Ripa, a Roma, nella sua amata Trastevere.