È la canzone ufficiale del Floating Notes Festival di San Bernardino, dov'è attesa dal vivo domani, sabato 24 luglio. Ma è soprattutto riscoprire se stessi.
È passato qualche anno da quando Billy Joel parlava dell’estraneo che vive in noi, quella faccia che nascondiamo bene e che tiriamo fuori solo quando gli altri se ne sono andati. Lì, 44 anni fa, era ‘The Stranger’. Qui, oggi, è ‘Stranger’ di Chiara Dubey, che l’estranea se la ritrova in casa, complice il silenzio del lockdown. “Io e te eravamo la stessa cosa, ma il mondo è diventato sempre più rumoroso”, canta la singer-songwriter e musicista nella canzone ufficiale del Floating Notes Festival di San Bernardino, dov'è attesa domani, sabato 24 luglio alle 21, tra i nomi di una tre giorni di musica che si apre oggi. ‘Stranger’ ha il suono rigoroso e riconoscibile del suo ‘Constellations’, primo album del quale non stiamo a ritessere lodi già tessute; ‘Stranger’, visto che abbiamo cominciato dal pianista (M), sta dalle parti di Tori Amos, pianista (F); e visto che è nuova nuova (e visto che i ‘rimandi a’ lasciano sempre il tempo che trovano), di ‘Stranger’ possiamo tessere lodi a sé.
“L’insolita costellazione del lockdown ha permesso di rivolgere l’attenzione verso l’interno e riscoprire la compagnia di se stessi. È stato come ritrovare una vecchia amica, per me”, recita l’ultima, puntuale newsletter di Chiara Dubey. “È stato come rincontrarla dopo tanto tempo e chiedersi come abbiamo fatto a perderci di vista così a lungo”. Detto a voce, durante i preparativi del concerto: «‘Stranger’ è la persona che avevo un po’ tralasciato nel resto dell’anno. Prima del lockdown non c’era mai il tempo sufficiente per prestare attenzione a sé stessi, per ascoltarsi, era come se il nostro guardare fosse completamente focalizzata verso l’esterno. Del come ci sentissimo realmente sembrava non interessarci mai granché. In questa situazione stranissima, d’isolamento, l’unica cosa che ti resta è la tua persona, compagna di te stessa. Solo a quel punto, per forza di cose, rivolgi l’attenzione verso l’interno. È stato un po’ come riscoprirsi o ritrovare una parte di te che avevi ignorato». E ora che vi siete ritrovate, tu e la tua amica, vi state almeno simpatiche? «Sì, assolutamente (ride, ndr). Parlo di un’amica ma si tratta di un’armonia, di una sorta d’equilibrio».
In verità, a ritrovarsi dopo il lockdown sono stati in tre: Chiara, l’altra di sé e una giovane label zurighese chiamata Livana Music, parte di una struttura più grande, che crede nella costellazione Dubey: «Mi hanno trovata, mi hanno chiesto se fossi disponibile a lavorare con loro. Sono gentili, motivati, ora ho un team e non sono più tutta sola a lavorare per me. Ho firmato un contratto nel quale è inclusa ‘Stranger’». ‘Stranger’, appunto: «Mi è stato chiesto di scrivere una canzone come inno per la manifestazione e visto che il Festival si svolge a San Bernardino ho deciso trascorrere una giornata intera lì. Il trovarmi da sola è stato abbastanza liberatorio, la montagna fa questo effetto su di me. Più che farmi ispirare dall’aria fresca o dalle belle montagne, ho cominciato a pensare al lockdown, a come mi sono sentita, a come mi sento ora, e si è concretizzato il nocciolo del brano».
A San Bernardino, insieme alla nuova canzone, tornano le ‘Constellations’ del disco col quintetto al completo: «Siamo entusiasti di tornare a suonare, di trascorrere due giorni insieme. Siamo un po’ tutti a digiuno di musica live», conclude Chiara. A digiuno almeno dal Teatro di Locarno, settembre 2020, o da Basilea, ottobre dello stesso anno, prima che tutto chiudesse di nuovo; a digiuno, più recentemente parlando, dal live in streaming del gennaio 2021, integralmente fruibile sul Tubo. E quindi si suona dal vivo e il digiuno è finito, finalmente. Quanto alla label, e a quell’accordo di 6 pezzi «che probabilmente diventeranno 12, presto mi metterò a scrivere», c’è tempo. C’è tempo anche per sapere delle collaborazioni di Chiara Dubey con altri artisti, che adesso non si possono scrivere, ma nemmeno sapere. Al massimo ipotizzare. Così proviamo ad alzare la testa, magari è scritto nelle stelle.
È la prima edizione del Floating Notes Festival di San Bernardino, festival svizzero di musica sperimentale tutto nuovo che da oggi al 25 luglio ospita live set preparati appositamente per l’evento. A pagamento è la sola giornata di oggi, venerdì 23 (15 franchi il biglietto), a partire dalle 21 con la ‘space harp’ di Kety Fusco, le sperimentazioni viniliche di Camilla Sparksss e gli ampi panorami pianistici di Adriano Koch. Nei giorni successivi, le Drums Stones di Simon Berz, la neoclassica Dubey , il DJ Set Punk Spinning Weird Discs di Peter Kernel e l’alternative pop di Leoni Leoni. Annunciati anche Keri Gonzato ed Effe Effe. Per le condizioni meteo incerte, la musica è tutta alla vecchia fabbrica di acque minerali. Programma completo e orari su www.floating-notes.com.