Presentato il progetto del canale arte per i 250 anni dalla nascita di Beethoven, in onda domenica 6 giugno
Un regalo di compleanno in ritardo ma non per questo meno gradito: rinviato a causa della pandemia, domenica 6 giugno sarà finalmente proposto il progetto Ludwig van realizzato dalla rete televisiva arte per celebrare i 250 anni dalla nascita di Beethoven.
Il 2020 doveva essere l’anno beethoveniano; è stato l’anno della pandemia e tra i numerosi eventi rinviati c’è anche questa iniziativa europea: proporre, in un’unica giornata a partire dalle 13, le nove sinfonie in diretta televisiva da nove città, ovvero Bonn, Dublino, Helsinki, Lussemburgo, Praga, Lugano, Delfi, Strasburgo e Vienna (in ordine di esecuzione), sul canale arte e sul sito arte.tv.
Un progetto al quale arte è al lavoro da tre anni e che la pandemia ha portato a rivedere, modificando qualche tappa e, come detto, rinviando il tutto di alcuni mesi. Ma, come affermato in conferenza stampa dall’amministratore delegato di arte Germania Wolfgang Bergmann, se da una parte si è fuori dalle celebrazioni ufficiali, dall’altra parte le sinfonie di Beethoven proposte dal vivo e da alcuni luoghi simbolici diventano un simbolo della ripresa degli eventi culturali in Europa e nel mondo, oltre che un modo per onorare gli artisti fermi da tempo.
Ogni concerto sarà presentata da un giornalista nella sua lingua madre (per Lugano avremo Giuseppe Clericetti) e, visto che alcune sinfonie non rispettano i “tempi televisivi”, comprenderà anche altri brani di Beethoven, perlopiù ouverture.
Vediamo più da vicino il percorso che coinvolge alcune tra le più importanti orchestre a livello europeo. Ludwig van non poteva che iniziare dalla città natale di Beethoven: Bonn, dove Daniel Harding dirigerà la Mahler Chamber Orchestra dal Cortile porticato del Palazzo del Principe elettore. In programma, oltre alla Sinfonia n.1 in do maggiore, l’Ouverture Leonore n.3.
Il secondo concerto ci porta a Dublino, nella National Concert Hall con Jaime Martín e la Rté National Symphony Orchestra per la Sinfonia n.2 in re maggiore e l’Ouverture Coriolano.
Per la Sinfonia n.3 in mi bemolle maggiore, la celebre Eroica inizialmente dedicata a Napoleone, ci si sposterà a Helsinki, nella particolare chiesa di Temppeliaukio, una sala letteralmente immersa nella montagna: la chiesa è infatti scavata nella roccia naturale. A dirigere la Finnish Radio Symphony Orchestra troveremo Nicholas Collon.
Dopo la Terza, viene la Quarta: sinfonia particolare, la n.4 in si bemolle maggiore, anche perché si ritrova nella difficile posizione tra la già citata Eroica e l’iconica Quinta. “Una fanciulla greca tra due giganti nordici” l’ha definita Schumann. La Quarta, insieme all’Ouverture Egmont, sarà trasmessa dal Grande auditorium della Philharmonie di Lussemburgo, con l’Orchestre Philharmonique du Luxembourg diretta da Gustavo Gimeno e una performance di danza sulla piazza davanti alla Philarmonie, elaborata dalla coreografa Sylvia Carmarda insieme a giovani rifugiati.
Per la Sinfonia n.5 in do minore, insieme all’Ouverture Fidelio, si andrà nella Piazza della Città Vecchia di Praga, con Steven Mercurio a dirigere la Czech National Symphony Orchestra. E poi, la Pastorale: la Sinfonia n.6 in fa maggiore dalla piazza del Lac, con i Barocchisti diretti da Diego Fasolis. Concerto, come anche altri, in “finta diretta”: a causa di precedenti impegni il concerto è stato registrato negli scorsi giorni. Giorni di pioggia, ha ricordato Fasolis in conferenza stampa, e «registrare una sinfonia difficile come la sesta con 14 gradi è un po’ al limite, ma ci siamo riusciti». Del resto Beethoven stessa ha sempre cercato di superarsi, «di andare al di là delle possibilità umane» e con questo Fasolis ha introdotto in conferenza stampa il tema del metronomo impossibile. Beethoven è stato tra i primi compositori a usare questo strumento e a indicare il numero di battiti al minuto. Ma si tratta di indicazioni quasi impossibili da seguire, troppo veloci. «Abbiamo lavorato giorni e giorni per riuscire a suonare con il metronomo originale di Beethoven e secondo me ne esce un’energia inaspettata» ha spiegato Fasolis.
Per la Sinfonia n.7 in la maggiore ci spostiamo in un altro luogo carico di storia: il Teatro di Delfi dove Teodor Currentzis dirigerà l’Ensemble musicAeterna. Qui la musica di Beethoven incontrerà la danza, con una coreografia di Sasha Waltz realizzata appositamente per il luogo (e i suoi vincoli archeologici che richiedono particolare cautela).
Per la Sinfonia n.8 in fa maggiore andiamo a Strasburgo, nella Penisola André Malraux, dove Marko Letonja dirigerà l’Orchestre Philharmonique de Strasbourg, accompagnato dalla solista Annette Gerlach per la Romanza per violino che completa il programma. E infine, la Nona, l’Inno alla gioia: a proporre la Sinfonia n.9 in re minore saranno i Wiener Symphoniker dal Castello Belvedere di Vienna. Sul podio, Karina Canellakis che ha spiegato di voler affrontare questo celeberrimo brano «come se leggessi la partitura per la prima volta, chiedendomi qual è la sonorità originale, perché Beethoven ha composto quello che ha composto». Per poi ricordare, come prima di lei avevano già fatto Marko Letonja e Diego Fasolis, il direttore d’orchestra Nikolaus Harnoncourt per la sua fondamentale rilettura della musica di Beethoven (e non solo), un ritorno alla prassi esecutiva originale per superare gli schemi del romanticismo.