Spettacoli

Strani giorni, il podcast dal lockdown premiato al SonOhr

Il diario sonoro prodotto dall’Associazione REC e curato da Olmo Cerri ha vinto quale miglior documentario audio alll'11° Radio & Podcast Festival

1 marzo 2021
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È ‘Strani giorni’ il miglior documentario audio secondo la giuria dell’11ª edizione del SonOhr Radio & Podcast Festival: domenica a Berna il diario sonoro del lockdown prodotto dall’Associazione REC e curato da Olmo Cerri è stato premiato insieme alla creazione sonora ‘L’été derrière la fenêtre’ di Clara Alloing quale miglior concezione sonora mentre il premio del pubblico è andato a ‘Ich dachte Morgen sei immer’ di Lia Schmieder.

I 26 episodi di ‘Strani giorni’ sono stati realizzati la scorsa primavera, durante il primo periodo di lockdown, assemblando messaggi audio raccolti sul territorio tramite un numero di telefono anonimo. Questi messaggi provenienti dal Ticino, dalla Svizzera ma anche dal resto del mondo, sono andati a comporre un diario sonoro collettivo, al quale hanno collaborato anche alcuni musicisti della scena locale, come Victor Hugo Fumagalli e Terry Blue.

Vincere questo premio «è stata una sorpresa» ci racconta Olmo Cerri. «Dopo le puntate realizzate nel primo lockdown, il progetto era fermo e sono quindi contento che sia stato selezionato e alla fine premiato». Non avete pensato di riprenderlo con la seconda ondata e le nuove restrizioni? «Secondo me non è più così necessario: il primo lockdown è stata un'esperienza strana, totalizzante, tutto era diverso da prima. Adesso mi sembra ci sia un altro impatto emotivo». Anche se, continua Olmo Cerri, «il numero è ancora attivo e ogni tanto qualcuno lascia un messaggio, ma sempre più raramente».

Come prodotto audio è un po’ strano, in cui il realizzatore inizia ascoltando anziché parlando. «Sì, ma credo che il lavoro di montaggio dia un valore e uno strato di significato in più. Rimane comunque vero che il grosso del lavoro l’hanno fatto le persone che hanno voluto mandare dei messaggi, raccontare delle parti di vita senza banalità». In ogni caso, il materiale grezzo, le registrazioni raccolte e non rielaborate rimangono lì «e spero si possano conservare: ho già preso contatto con la fonoteca perché sarebbe bello che in futuro possa nascere qualcosa oltre al mio podcast».

Miglior documentario audio: ti riconosci in questa categoria? «‘Strani giorni’ è un prodotto strano, fuori formato, fuori tempo: una definizione divertente è “una via di mezzo tra un confessionale e una segreteria telefonica”. Una cosa strana e adatta a quel momento lì in cui non ci si poteva incontrare, non si poteva uscire per fare interviste di persona. Non penso sia replicabile: andava bene in quel momento lì».