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Molestie alla Rsi, Canetta: procedure interne da migliorare

Il direttore sulle 32 segnalazioni di comportamenti impropri: capire perché non siano emerse prima ‘è il grande tema’

‘Credo ci siano due fattori decisivi: primo, l’azione rapida; secondo, la tutela delle persone’ (Ti-Press)
25 novembre 2020
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«Credo ci siano due fattori decisivi: primo, l’azione rapida; secondo, la tutela delle persone, sia denuncianti sia denunciate, per poter fare le verifiche, per non esporre vicende anche delicate». È risoluto, Maurizio Canetta, nel rispondere alle domande sulla conferma delle 32 segnalazioni di “potenziali comportamenti impropri”, come scritto in un comunicato stampa. Segnalazioni raccolte, in concerto con la Rsi, dal sindacato e sulle quali Canetta non ha alcun dettaglio: «Non conosco né i nomi, né il tipo di casi, né a che livello sono avvenuti. Ed è giusto che io non ne sappia». Per tutelare le persone, come detto, e perché ad approfondire queste segnalazioni sarà un’istanza esterna indipendente e imparziale.

Fattore decisivo è l’azione rapida, ma possibile che ci sia voluta uno scandalo alla Rts e una piattaforma esterna per portare alla luce questi casi? Come mai le persone coinvolte non si sono sentite di denunciare gli episodi prima e all’interno dell’azienda?

È una domanda importante. Abbiamo un sistema per questi casi: ufficio del personale, i superiori, una piattaforma esterna. Negli anni mi sono occupati di alcuni casi emersi con questo sistema.

Quanti e di che tipo?

È riservato. Anche perché lì dentro ci sono casi di mobbing, di lesione della personalità, di disparità salariale.

Torno alla domanda di prima: capire il perché di quelle 32 segnalazioni è il grande tema. C’è timore a denunciare? Timore che non ci sarebbe stata una presa a carico? Oppure quelle situazioni sono state segnalate ma non risolte in maniera soddisfacente?

Con quello che è successo alla Rts si è aperto uno spazio alla parola: adesso bisogna ascoltare queste testimonianze, evitare che vi sia quel silenzio che poi, inevitabilmente, porta a un urlo.

Quelle procedure interne di cui dicevamo andranno quindi ripensate?

Vanno ampliate, rafforzate e migliorate. A tutti i livelli, di sistema e di lavoro sulla cultura aziendale.

Le 32 segnalazioni, come detto, saranno approfondite esternamente. Si va verso un doppio binario, con la persona che valuterà se rivolgersi internamente alla Rsi oppure, se preferirà, a un’istanza esterna?

Non sono in grado di dirlo. Il sistema esistente va innanzitutto verificato e c’è, a livello nazionale, una revisione interna con appoggio esterno. Come si deciderà di fare in futuro non so dirlo.

La Rsi come interviene, di solito, di fronte a casi di abusi?

C’è una prima verifica. In caso di un conflitto come mobbing o bossing, e a seconda della gravità, c’è l’invito alle parti per una mediazione esterna; se la mediazione raggiunge un risultato positivo bene, altrimenti si apre un’inchiesta di nuovo esterna e in base ai risultati spetta al direttore decidere eventuali sanzioni.

Che tipo di sanzioni?

Se si configura un reato, si va direttamente dal procuratore, ci mancherebbe altro. Per il resto, come in tutte le aziende, si può andare dall’ammonimento all’ammonimento grave alla sospensione grave e infine al licenziamento. 

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