Da Woody Allen a Carlo Verdone, la chiusura dei cinema in Italia priva anche il Ticino dei pochi film che restavano
No, non parliamo del film di Enrico Vanzina con Ezio Greggio e Martina Stella, almeno non direttamente: quella commedia è già uscita – e accolta con generale freddezza – nei cinema italiani a metà ottobre, per cui la distribuzione in Ticino non dovrebbe essere in forse. Diverso il discorso per tutti gli altri film in arrivo dall’Italia, fermi per la chiusura dei cinema imposta dal governo per contrastare la pandemia. E niente distribuzione in Italia, niente distribuzione nella Svizzera italiana: parliamo sia di film italiani, come ‘Si vive una volta sola’ di Carlo Verdone – pronto lo scorso febbraio, dovrebbe uscire il 26 novembre ma a questo punto un secondo rinvio è quasi certo –, sia di film semplicemente doppiati come l’ultimo di Woody Allen, ‘Rifkin’s Festival’, la cui uscita è stata precipitosamente rinviata lunedì.
Un’ulteriore riduzione dell’offerta cinematografica, già colpita dalle decisioni delle grandi case di produzione di congelare i diversi ‘blockbuster’ attesti quest’anno, come l’ultimo James Bond con Daniel Craig, ‘Dune’ di Denis Villeneuve e i vari supereroi Marvel e DC.
«Il pubblico ha voglia di cinema: non sono le mascherine o la registrazione a scoraggiare, è proprio la mancanza di film» ci spiega Luca Morandini, distributore e direttore del Multisala di Mendrisio. ‘After 2’, film sentimentale rivolto a un pubblico giovane, ha ad esempio avuto risultati leggermente superiori del primo capitolo, uscito prima della pandemia, «segno che se la materia c’è, il pubblico viene».
Rimangono – e non è poco – il cinema indipendente, i film in lingua originale sottotitolati, le rassegne dei cineclub; il problema è se basteranno a tenere in piedi multisala e strutture con importanti costi di gestione.