Per il direttore generale Marchand nella Svizzera italiana la situazione “non è così pesante”
250 posti di lavoro e 50 milioni nei prossimi quattro anni: martedì si dovrebbe sapere quale “fetta” dei tagli annunciati a livello nazionale dalla Ssr colpirà la Rsi. Tenendo presente la “chiave di riparto” del servizio pubblico radiotelevisivo – la Svizzera italiana riceve il 20% circa delle risorse – si tratterebbe di una decina di milioni e una quarantina di posti di lavoro, quasi il doppio di quanto annunciato lo scorso febbraio prima della pandemia, ma anche in passato le ristrutturazioni in casa Ssr non sono semplici operazioni matematiche ma tengono conto delle situazioni particolari di ogni unità aziendale. E sembra che sarà così anche questa volta: “La situazione, per la Rsi, non è così pesante» ha dichiarato in un’intervista al Corriere del Ticino il direttore generale della Ssr Gilles Marchand, lasciando quindi intendere che i nuovi tagli potrebbero non eccedere troppo quelli già annunciati e in parte attuati soprattutto tramite prepensionamenti. Parole accolte favorevolmente dai rappresentanti dei lavoratori, anche se per esprimersi attendono la presentazione ai dipendenti Rsi, prevista martedì prossimo 6 ottobre, del piano per i prossimi quattro anni. Maurizio Canetta, direttore della Rsi, non si è voluto esprimere sulla parole di Marchand, rimandando anche lui all’appuntamento di martedì.
Una cosa è certa: il piano sarà presentato da Canetta ma portato avanti dal suo successore. La selezione è ancora in corso – per la nomina ci vorranno verosimilmente ancora un paio di mesi – ma sempre nell’intervista al CdT Marchand ha specificato alcune cosa sul futuro direttore regionale: “Non cerchiamo un super manager che non ha mai avuto delle relazioni con la popolazione. Abbiamo bisogno di qualcuno che comprenda il mondo dei media, che colga lo spirito del cambiamento in atto”.