Cinema

'New York, New York': l'apocalittica Grande Mela per Spike Lee

Broadway, Wall Street, Times Square, stadi, ospedali. Il corto s'intitola come la canzone. 'È la mia lettera d'amore alla città', ha dichiarato il regista.

I wanna be a part of it (YouTube)
8 maggio 2020
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La Grande Mela deserta come mai vista al tempo della pandemia di Covid-19. L'altra faccia di New York non poteva sfuggire agli occhi di un newyorkese doc, il regista Spike Lee, che ha deciso di catturare alcune immagini in altri tempi definite apocalittiche in un corto. Dal titolo semplicemente 'New York, New York' e sulle note dell'omonima canzone di Frank Sinatra, Lee mostra scene di luoghi che altrimenti sarebbero stati affollati e invece ora vuoti come le strade, le stazioni della metropolitana, i teatri di Broadway, Wall Street, Times Square, gli stadi o le arene sportive e non mancano scene di ospedali, degli operatori sanitari, delle ambulanze o della gente con la mascherina che fa la fila per entrare nei supermercati. "E' doloroso - ha detto Lee - non vedere nessuno ma è alla fine del film che si vedono i newyorkesi". Il corto termina con una sequenza che mostra l'Empire State Building illuminato di rosso e con luci intermittenti che lo fanno sembrare un cuore che batte". Non a caso lo stesso regista ha definito il suo film una lettera d'amore alla città.

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