Nel video di 'The Hunt' i paesaggi invernali sono quelli del canton Glarona, ma pare la Scandinavia. Aspettando le 'Constellations' di Chiara Dubey (per intero).
Della bellezza del suo ‘Constellations’, e dell’auspicio che l’ascolto integrale dell’omonimo album sia esperienza concessa a tutti, avevamo detto in aprile annunciando l’uscita del singolo ‘The Hunt’, con leggero anticipo sull’uscita del relativo video. Del quale, dunque, parliamo oggi, rilanciando il lavoro di Chiara Dubey qui trasportato alle gelide temperature dicembrine di Klöntalersee, vicino a Näfels, nel canton Glarona, dov’è ambientato. «Volevamo un paesaggio dai colori freddi e siamo stati baciati dalla fortuna», racconta la cantautrice, album e concerti pronti prima dello stop imposto (il perché, da un paio di mesi a questa parte, è ampiamente noto e comune alla musica tutta). «Quel mattino nevicava e la temperatura si era abbassata tanto da gelare la superficie del lago, creando un paesaggio quasi artico. Non avremmo potuto sperare in uno scenario migliore». Per una come Chiara, a suo agio «quando la temperatura é tale da poter far crescere le piante di mango», ci è voluto del tempo per apparire disinvolta.
Girato in analogico per la volontà dei registi e produttori Mike Krishnatreya e Stefan Muggli di dare al video un tocco di «fuori dal tempo» – per i soli appassionati, ecco i dettagli tecnici: Kodak Vision Cinema Movie Film 7274 / 7217 e Arriflex SR3 / Bolex EBM – il risultato è assai più nordico delle longitudini del canton Glarona, in segno di continuità con la tradizione scandinava dalla quale Dubey attinge, interiorizza e rielabora. “La caccia (‘The Hunt’, ndr) è la nostra fame umana per sogni, ambizioni e tutto il resto. Non siamo mai veramente soddisfatti, la vita ha così tanto da offrire, e noi siamo affamati. Proprio come i lupi, cerchiamo e cacciamo, per mantenere le nostre anime vigili e i nostri occhi giovani”, scrive l’artista nelle note che accompagnano il video.
La donna-lupo che attraversa i quattro minuti e 36 secondi del video e che la affianca in questo femminile dualismo si chiama Angela Malina Weber e veste un originale outfit creato da Chiara – che del video ha curato la sceneggiatura – con stoffe, avanzi di pelliccia («Finta!») e vecchi indumenti della nonna scovati nell’angolo di un solaio. «Non sono né una stilista né una sarta, sono solo una testarda». Ma il risultato del video, così come quello dell’intero lavoro pronto a unirsi alla più generale ripartenza, ha convinto tutti. Anche chi scrive (www.chiaradubey.com).