Chiara Dubey, 'Constellations' - ★★★★✩ - Imprigionato dagli eventi, ora esiste anche in formato 'sogno d'infanzia'. Ed è molto bello.
“Il mio sogno d’infanzia é sempre stato quello di, un giorno, vedere un cd con il mio nome sopra, sullo scaffale di un negozio”. Mission accomplished direbbero a Londra, dove Chiara Dubey ha imparato che la professione del musicista (e di songwriter, come nel suo caso) non è soltanto talento e vagare per campi di fragole (forever) col retino acchiappaidee ma anche preparazione, rigorosità, credibilità, business.
‘Constellations’ – album finalmente in tutti i principali store digitali e anche in formato fisico come da sogno d’autrice – è una di quelle pregevoli cose contro cui a febbraio si era messo di traverso il destino, fermandone – nell’ordine – l’uscita, il concerto del 13 aprile a Locarno e tutto quel che di live ne sarebbe seguito. Molto. Comunque: a Zurigo si rifaranno il 13 settembre e in Ticino ci rifaremo il prossimo 3 ottobre, sempre in quello che un tempo si chiamava Kursaal. A Basilea si rifaranno il 9 ottobre.
Freddo ma solo nel senso dei suoni, perché ispirato da quelli nordici – e più nordico di ‘The Hunt’, singolo e video in mezzo ai ghiacci, c’è solo l’ibernazione – l’album di Chiara Dubey si è sciolto durante la primavera regalando alcune parti del tutto, incluso lo strumentale intitolato ‘Age’ (Età), tentativo di “immortalare il gusto dolceamaro dell’invecchiare” e combinazione armonica di “gratitudine, nostalgia e saggezza” (parole sue) perfettamente riusciti. Dentro ‘Constellations’, “bomba concentrata di vita” (altre parole sue, ma ci ha preso), ci sono dodici tracce classificabili in quella nicchia di pop misto a classica che non è Il Volo e va sotto il nome di ‘musica’. Musica e basta.