Spettacoli

Addio a Manu Dibango, leggenda dell'afro-jazz

Ribattezzato Papy Groove, il musicista era uno dei padri della musica africana contemporanea

Dibango
24 marzo 2020
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Il coronavirus si è portato via una leggenda della musica. Oggi è morto a Parigi, dove era ricoverato da alcuni giorni, Manu Dibango, uno dei padri della musica africana contemporanea e più volte ospite in Ticino (l'ultima, nel 2015, per ChiassoLetteraria). Aveva 86 anni e nei mesi scorsi era in tour.

Manu Dibango, che il mondo della musica aveva ribattezzato "Papy Groove", ha lasciato un'orma indelebile nel mondo della musica grazie a "Soul Makossa", un irresistibile e ipnotico mix di suoni e ritmi costruito attorno a una sorta di scioglilingua, "mama-ko-mama-sa-maka-makossa" (la lingua è il Douala, Makossa è una danza del Camerun) che nel 1972 ebbe un successo clamoroso, soprattutto per un musicista africano.

Dieci anni dopo quello scioglilingua è stato usato da Michael Jackson in "Wanna Be Startin' Something": "Papy Groove" fece causa, Jackson si difese sostenendo che era convinto fosse Swahili. Risultato, un accordo extragiudiziale. Non è andata altrettanto bene con Rihanna che invece lo ha usato in "Don't Stop The Music": la cantante ha sostenuto di averlo preso da Jackson.

Questioni legali a parte, il brano ha fatto il giro del mondo, mescolandosi a ogni tipo di genere musicale.

Una sintesi della vita di questo straordinario personaggio che ha studiato musica in Francia, dove è stato nominato Cavaliere delle Arti e che già negli anni Sessanta, mentre l'Africa era scossa dai movimenti per l'indipendenza, comincia con gli "African Jazz" a inseguire il suo progetto di una musica che inglobasse le tradizioni del suo continente con il Jazz, il Soul, il Funk.