Esce 'Rough Blue', il nuovo album della Luca Princiotta Band, promosso dall'etichetta tedesca Metalville
‘Rough Blue’, è questo il nome del secondo album della Luca Princiotta Band, uscito negli scorsi giorni. Un disco esplosivo, composto da sette brani strumentali e tre cantati, tutti inediti. Rispetto al primo lavoro, ‘Vis Viva’, i pezzi sono più orientati a un rock dalle venature hard con strutture più lineari e dirette. Si avvertono meno le atmosfere ‘prog’ e ‘fusion’ che dilagavano nel primo album. «Abbiamo voluto fare un disco senza troppi fronzoli, che andasse dritto al sodo», spiega il leader della band Luca Princiotta. «Nel primo avevamo inserito molti più stili musicali, in questo abbiamo mantenuto un sound più omogeneo. ‘Rough Blue’ è comunque un album molto dinamico dove parti pesanti si alternano a momenti più dolci e melodici, cosa che contraddistingue anche il primo lavoro, però qua il fil rouge tra i pezzi è molto più evidente e marcato».
Questo secondo album è uscito per l’etichetta tedesca Metalville ed è distribuito in tutto il mondo. Un passo avanti che vi permetterà di entrare in un mercato a voi ancora sconosciuto?
Penso proprio di sì. L’etichetta discografica sta lavorando bene e ha sicuramente dei mezzi di comunicazione più potenti rispetto a chi si autoproduce. Il nostro primo disco è stato pubblicato da noi, è andato bene ma è scarseggiata un po’ la presenza sui media. ‘Rough Blue’ sta avendo sicuramente più risonanza grazie alla casa discografica. Escono recensioni in diverse lingue e il cd è fisicamente disponibile ovunque. E questo per me è importantissimo.
Come avviene il processo di composizione e registrazione?
I primi brani di questo lavoro sono stati composti circa quattro anni fa, ci siamo presi il nostro tempo per riuscire a inserire nel disco solo canzoni forti e che piacessero a tutti noi. E così è stato. Il processo compositivo è abbastanza semplice: io scrivo e registro tutte le demo che poi spedisco agli altri membri della band, Rocco Lombardi alla batteria e Gian-Andrea Costa al basso, che sono liberi di lavorare alle loro parti e di inserire i loro arrangiamenti e influenze. L’album doveva essere strumentale ma a metà percorso abbiamo conosciuto il giovane cantante Matteo Bertini, con il quale abbiamo subito instaurato un ottimo rapporto umano e lavorativo, così abbiamo deciso di scrivere gli ultimi tre brani con lui alla voce. Chitarre e parti vocali sono state registrate nel mio studio DynArt a Balerna, il basso è stato registrato nello studio casalingo del bassista e le batterie nello Stairway Studio di Cimo (Bioggio).
La produzione è molto curata e i suoni sono davvero imponenti, chi si è occupato del missaggio e del mastering?
Come per il primo disco, per il missaggio ci siamo affidati a Stefano Scenini, che nel suo Stairway Studio ha fatto un lavoro impeccabile, curando ogni dettaglio. Ha esaudito il nostro desiderio di mantenere suoni naturali ma allo stesso tempo potenti. Mentre il mastering è stato fatto da un ingegnere del suono greco, George Nerantzis.
Quest’album racchiude melodie belle e orecchiabili. Le tue origini siciliane contribuiscono a questa attenzione per la melodia?
Potrebbe essere. Sono sempre stato attratto dalla melodia. Nei dischi con la band tendo a inserire entrambi gli aspetti: melodico e tecnico. Cerco di evitare virtuosismi fini a sé stessi, uso la tecnica per esprimermi in modo più efficace e tentare di emozionare l’ascoltatore e per emozionare bisogna scrivere belle melodie. Ed è ciò che cerco di fare nei nostri dischi.
Qual è la tua fonte di ispirazione? Che genere ascolti normalmente e quali sono i tuoi punti di riferimento nel mondo delle sei corde?
Ascolto un po’ di tutto ma il genere che mi fa saltare ogni volta dalla sedia, anche dopo tanti anni, è il rock! Nel rock c’è tutto. Passione, tecnica, melodia, potenza ed energia. Molti sono i nomi di riferimento. Si parte dai soliti Van Halen, Steve Vai, Joe Satriani, per arrivare a musicisti un po’ meno conosciuti ma di grande successo, come Nuno Bettencourt, Richie Kotzen e Andy Timmons. Ultimamente mi sono appassionato a chitarristi rock/blues di ultima generazione come Philip Sayce e Eric Gales.
In ‘Rough Blue’ oltre al basso di Gian-Andrea Costa e alla batteria di Rocco Lombardi, si aggiunge la bella voce di Matteo Bertini. Cosa ci puoi dire della tua band?
Rocco Lombardi e Gian-Andrea Costa sono due grandi musicisti. Il loro stile è molto versatile e si adatta perfettamente a ogni tipo di situazione musicale. Con loro mi sento al sicuro, sia dal vivo che in studio. Quando propongo un’idea per una canzone nuova so già che verrà migliorata dall’aggiunta delle loro parti di batteria e basso. Ci conosciamo da molti anni e c’è una grande intesa. Matteo Bertini è il nuovo arrivato, cercavo da anni una voce così, calda e potente. Ha un grande talento e un’intelligenza musicale molto spiccata. La band è al completo ora e possiamo andare avanti senza freni. In futuro ci saranno sicuramente molte più canzoni cantate. Non abbandoneremo lo strumentale, però il prossimo disco sarà sicuramente più incentrato sulla voce.
In che modo riesci a portare avanti un progetto solista visti i tuoi importanti impegni al cospetto della
‘Metal queen’ germanica Doro Pesch?
Non è facile incastrare tutti gli impegni. Con Doro siamo praticamente costantemente in tournée. È un’artista molto dinamica, non si ferma mai, ha sempre nuove idee ed è piena di energia. Per me è una gran fortuna e un onore far parte del suo gruppo. Fortunatamente il calendario dei concerti di Doro viene definito sempre a inizio anno e questo mi permette di capire in quali periodi posso lavorare ai miei altri progetti.
Quali concerti avete in programma?
«In estate sarò in giro per l’Europa con Doro quindi con la band siamo riusciti a incastrare solo una data: il 27 luglio all’Agno Open Air. Da settembre ritorneremo a suonare su palchi ticinesi e non».
Che progetti vi riserverà il futuro?
Tanti concerti e sicuramente altri album. Al momento ci stiamo concentrando sulla promozione di ‘Rough Blue’ e tenteremo di portarlo in giro il più possibile. È anche un periodo molto prolifico, ho molte idee per nuovi brani che mi sto appuntando, penso che presto inizierò il processo compositivo del nostro terzo album.