Rispetto ai gatti, sarebbero loro gli animali da compagnia più a rischio di attacchi di panico. I consigli dell'esperto
Fine dell'anno ‘incubo’ per molti animali domestici. I tradizionali botti e fuochi di artificio agitano gatti e cani, ma sono soprattutto questi ultimi a soffrire di più, con reazioni «di paura e, per alcuni, veri e propri attacchi di panico che possono metterli in pericolo con comportamenti rischiosi, come fuggire o lanciarsi da balconi o finestre. Il primo consiglio quindi è non lasciarli mai soli a casa in queste occasioni e rassicurarli con la presenza e la voce». Sono le raccomandazioni, in vista delle ‘rumorose’ serate di Natale e Capodanno, del medico veterinario comportamentalista italiano Raimondo Colangeli.
«Se i cani hanno paura è utile rassicurarli prima che comincino gli scoppi, portandoli a fare una lunga passeggiata nel pomeriggio: stancandosi saranno meno attenti a ciò che gli accade intorno. E poi, a casa, va bene mettere un po’ di musica dolce. Se invece tendono a nascondersi l'ideale è creare un posto riparato, una cuccia nel posto acusticamente più isolato della casa dove parlare loro con calma, mostrandosi sereni».
Stesso discorso per quanto riguarda i gatti ma per loro i fuochi d'artificio sono, in genere, meno problematici, «in genere si nascondono se spaventati. Per i cani dobbiamo capire, invece, se siamo di fronte a un animale che ha paura oppure che ha panico. Sono due gruppi molto diversi», continua Colangeli. In sintesi il cane ha paura quando: appare attento a ogni rumore, si orienta verso la direzione da cui proviene il suono per poi ritrarsi subito dopo; è agitato ma non cerca un nascondiglio; emette alcuni abbai durante gli scoppi ma si tranquillizza in breve tempo, non trema o biascica, piagnucola ogni tanto, riesce ad avvicinarsi ai proprietari quando chiamato.
Diverso il comportamento del cane che accusa un ‘attacco di panico’ in presenza di botti: vaga per l’abitazione o nel giardino senza pace, cercando una via di fuga; si nasconde, per esempio sotto il letto, in bagno, nella cuccia o in garage e, anche se chiamato, non esce; cerca ripetutamente il contatto con il proprietario ma non riesce a calmarsi anche quando ottiene coccole e carezze; distrugge oggetti quando solo, come per esempio il divano o il proprio giaciglio; lasciato in giardino, distrugge le persiane delle finestre o le ante delle porte per cercare rifugio all’interno dell’abitazione; trema, biascica, perde gocce di saliva, ansima, urina o defeca là dove si trova, recupera la calma molto tempo dopo l'ultimo scoppio udito.
«Se noi siamo sereni anche i cani lo sono», aggiunge Colangeli, indicando ulteriori consigli: «Chiudere le imposte, utilizzare la musica o il suono della tv come sottofondo; quando è possibile, distrarre l’animale coinvolgendolo in attività di gioco; offrirgli la cena al rientro dalla passeggiata, così da favorirne la consumazione qualche ora prima dell’inizio dei botti».
In caso di attacco di panico, poi, la vicinanza e la rassicurazione all'animale è d'obbligo perché l'animale potrebbe fuggire o ferirsi. Bisogna però evitare «di trattenerlo legandolo con corde o catene. Possibile anche utilizzare terapie sintomatiche che il medico veterinario può prescrivere», conclude Colangeli.