La presenza dell’Osi a musicare un film di tale portata è stata il mezzo per compiere un indimenticabile viaggio indietro nel tempo
Il capolavoro di King Vidor, ‘The Crowd’, ha davvero preso vita grazie all’Orchestra della Svizzera italiana, a inaugurare la 77esima edizione del Locarno Film Festival. La forte grandinata che aveva compromesso il Fevi giusto il mese scorso non ha fermato la dedizione dell’organizzazione del Festival e della città di Locarno che, in tempo per il concerto di apertura con l’Orchestra della Svizzera italiana, ha reso fruibile e trasformato il Palexpo per essere ancora più accogliente. “Creare momenti di aggregazione intorno al cinema è una missione per noi”, ha dichiarato Giona Nazzaro, orgoglioso di “celebrare il cinema con Vidor, attraverso il suo ‘The Crowd’, un capolavoro storico per il modo di rappresentare la città e la crisi statunitense degli anni 30”. Un’esperienza unica ed emozionante in 35mm, accompagnata dalle musiche di Carl Davis, “640 pagine di lavoro, per un peso di 8 chili di grande musica: non c’è modo migliore di inaugurare il Festival”.
La storia di John Sims, predestinato dalla nascita alla grandezza ma costretto a scontrarsi con il sistema di persone-ingranaggio che costituiscono la società americana delle metropoli, con la sua industria che assimila tutti gli individui e li spoglia della loro identità per costituire una “folla” informe e sempre più omogenea, che favorisce i pochi opprimendo i molti. La nota giungla urbana newyorchese dove i sogni diventano realtà è piena di possibilità, ma si tratta di un’illusione e John, convinto che prima o poi si distinguerà dalla massa, inizia la sua carriera di impiegato, fiducioso, ma è solo il lavoratore numero 137. La propria indole positiva e la sicurezza di sé lo portano a conoscere e conquistare la bella Mary, che diventa sempre di più un punto di riferimento nella sua vita, riportando i suoi piedi per terra e al tempo stesso incoraggiandolo riguardo al perseguire i propri sogni. Il tempo passa, la routine si consolida e le aspirazioni di John sembrano sempre più lontane, tanto da spingerlo verso il baratro più profondo, ma la fiducia dei suoi figli e di sua moglie lo dissuade dal compiere un gesto estremo.
La presenza dell’Osi a musicare un film di tale portata ha costituito un mezzo per compiere un viaggio indietro nel tempo fino a quegli anni; questa è proprio la magia del cinema, riuscire a trasportare corpo e mente in una realtà alternativa a cui poter credere e in cui poter immergersi. Un amalgama audiovisivo perfetto, racchiuso all’interno di un inviluppo avvolgente, in grado di creare un’atmosfera coinvolgente e dare vita e colore anche a delle immagini mute e in bianco e nero. Grazie alla musica dal vivo, che con certosina precisione ha scandito tempo ed emozioni, premiata anche dalla standing ovation finale, il capostipite della storia del cinema ‘The Crowd’ ha preso davvero vita: una colonna sonora perfetta per accompagnare con la dolcezza degli archi e delle trombe i baci spensierati e le gioie, così come la frenesia della città e della massa, schiacciata da grattacieli che sono monoliti di kubrickiana memoria, al cui interno si estendono reti burocratiche kafkiane di impiegati fatti con lo stampo, dove John si inserisce, strizzando un occhio a Winston Smith, perdendosi tra la folla, incomprensibile, che abbandona e lascia indietro il singolo.