Combattimenti poco entusiasmanti e poco coreografati, e vecchie battute che a qualcuno forse fanno ancora ridere.
Sul Guardian si interrogano se questo ‘Bullet Train’ sia il canto del cigno di Brad Pitt, e basta ricordarlo in un film migliore ma dello stesso assunto com’era ‘Snatch’ di Guy Ritchie, per comprendere il dubbio. Soprattutto dopo aver visto il film ambientato su di un treno-proiettile giapponese da Tokyo a Kyoto con una serie di assassini sparsi nei vagoni e sulle banchine delle stazioni, e con una pessima sceneggiatura che Zak Olkewicz ha tratto dall’omonimo romanzo pulp bestseller del 2010 dell’autore giapponese Kotoro Isaka, per un regista – David Leitch – che, nato come stuntman, mostra i muscoli ma non altrettanto bene il suo mestiere di regista.
‘Bullet Train’ è un film che vorrebbe viaggiare sui binari di Soderbergh, Tarantino o Fincher, ma non ha nulla di paragonabile, sia come sceneggiatura che come regia. Qui è tutto fuori posto a cominciare proprio da Pitt, nei panni di un sicario gonzo che si scontra con assassini stravaganti, al servizio (come lui) di una invisibile (fino al finale) Sandra Bullock. È lei ad affidare a questo sicario rilassato con un buffo cappello a secchiello, occhiali da nerd e abbigliamento da surfista super-marcato, il nome in codice di ‘Ladybug’ e una missione facile, quella di recuperare una valigetta piena di soldi in viaggio sul supertreno che parte da Tokio. Solo che a far da guardia alla valigetta sono due pericolosi ‘gemelli’, il grosso e nero Lemon (Brian Tyree Henry) e il bianchissimo e baffuto Tangerine (Aaron Taylor-Johnson), che hanno appena salvato il figlio di un crudele mafioso da un rapimento e questi soldi sono il riscatto che non hanno dovuto pagare.
Ma sul treno c’è anche Prince, una provocante liceale psicopatica interpretata da Joey King. La giovane trascina con sé per compiere la missione un tenero killer che tiene legato a sé per la vita del figlio di lui, che lei ha gravemente ferito per costringerlo a seguirla. Non considera, però, che il nonno del bambino è un temibile samurai che tiene molto alla famiglia. Sul treno ci sono anche una temibile assassina e i suoi serpenti, e un killer chiamato Lupo (Benito Martinez Ocasio), deciso a vendicare l’eccidio della sua banda e di sua moglie il giorno del loro matrimonio.
‘Bullet Train’ è un cartone animato in live-action, complicato, dove non serve il bel lavoro alla fotografia di Jonathan Sela e l’interessante montaggio di Elísabet Ronaldsdóttir per togliere l’impressione di non divertente vuoto che il film, trascinandosi per lunghi minuti, regala. Ma basta accontentarsi di combattimenti poco entusiasmanti e poco coreografati e di vecchie battute che a qualcuno forse fanno ancora ridere.