Culture

Boas Erez e Usi ognun per sé: le reazioni

Lascia il Rettore, resta il Professore. ‘Nessun attrito’ è la versione ufficiale dell’ateneo. Parlano Roberto Badaracco, Edo Pellegrini e Aurelio Sargenti

Boas Erez, nominato nel luglio del 2016. Il comunicato dell’Usi parla di decisone presa ‘di comune accordo’
(Ti-Press)

Boas Erez non è più il Rettore dell’Usi. La sua funzione terminerà il prossimo 9 maggio, dopo il Dies academicus. Le strade si separano, pur correndo sempre nella stessa sede, nel senso che Erez non lascia l’Università della Svizzera italiana, ma continua ad insegnarvi. Una scelta avvenuta di comune accordo. Lo hanno detto nelle prime ore di oggi le voci non ancora ufficiali e, più tardi, lo ha detto il comunicato stampa, quello sì ufficiale. Ufficiale anche il commento rilasciato a laRegione da Monica Duca Widmer, Presidente del Consiglio di fondazione dell’Usi, nell’immediato: «Il Rettore ha fatto tante cose positive in questi anni, e gli siamo riconoscenti. Abbiamo però visioni diverse su quelle che sono le dinamiche in ambiti amministrativi e, in questo senso, abbiamo trovato un accordo». E aggiunge: «All’interno di questa scelta non esiste alcun tipo di attrito personale. Il fatto che Boas Erez resti all’interno dell’Usi come professore, parte accademica nella quale egli è bravissimo, sta a dimostrare come la scelta sia stata presa di comune accordo».

‘Nuova figura apicale’

Gli attriti, secondo fonti in nostro possesso, avrebbero però un fondamento. Sulla separazione delle strade di ex Rettore e ateneo peserebbe non poco quanto scaturito dall’approvazione del nuovo organigramma dei Servizi amministrativi dell’Usi, ovvero – comunicazione dell’Usi dello scorso 30 marzo – "l’introduzione della nuova figura apicale di Direttore/Direttrice operativo/a, a guida di tutti i servizi e garante del loro coordinamento e della trasversalità", ruolo da mettersi a concorso pubblico. Il tutto in ottica di "una maggiore responsabilizzazione dei responsabili di servizio e un rafforzamento dei servizi laddove necessario" e di una "volontà di sviluppare ulteriormente le sinergie trasversali a diversi servizi, nelle Facoltà e a tutta l’organizzazione". Da noi interpellato, Boas Erez non ha commentato l’indiscrezione e si è limitato a comunicare il rispetto per quanto deciso e comunicato dall’Usi. Dando appuntamento al Dies academicus per ogni ulteriore dichiarazione in merito.

‘Ottimi risultati in campo accademico’

Quanto ad accordi, così recita l’incipit del comunicato ufficiale dell’Usi: "L’accordo considera che Boas Erez, con la sua squadra, ha portato l’Usi a ottenere ottimi risultati in campo accademico, ma sussistono divergenze di vedute con il Consiglio dell’Usi sulla gestione amministrativa dell’Università. Il Prof. Erez continuerà la sua attività all’Usi in qualità di professore ordinario". I prossimi passi: il prorettore Prof. Lorenzo Cantoni assumerà la carica di prorettore vicario, sostituendo dal 9 maggio il rettore partente avvalendosi del sostegno degli altri attuali prorettori, riconfermati. Con essi, un prorettore aggiunto, il Prof. Giorgio Margaritondo. Nell’immediato, "un concorso pubblico per la ricerca del/la nuovo/a rettore/rice dell’Usi, la cui nomina, tra qualche mese, metterà fine alla fase di transizione".

"Durante il rettorato di Boas Erez – scrive ancora l’ateneo – i risultati sono stati ottenuti nel consolidamento dopo la fase espansiva dei primi 20 anni di esistenza dell’Usi con l’incremento della coesione del polo accademico della Svizzera italiana, con l’istituzione di una strategia comune Usi-Eoc per la ricerca in medicina umana, con l’affiliazione all’Usi dell’Irsol e della Facoltà di Teologia, nonché con la maggior integrazione accademica degli Istituti già affiliati. Importante anche il rafforzamento del servizio che l’Università offre al suo territorio di riferimento, che ha portato ad esempio al rafforzamento del polo legato all’innovazione e alle start-up, a tutte le attività di apertura sul territorio che hanno caratterizzato il recente venticinquesimo compleanno dell’Usi, alla creazione della nuova sede dell’Archivio del Moderno e al progetto della Casa della sostenibilità ad Airolo". E ancora: "L’Usi ha inoltre rafforzato la sua internazionalizzazione, con un sistematico lavoro per sviluppare accordi di partenariato in ambito formativo e di ricerca. Il Prof. Erez ha lavorato per il rafforzamento delle strutture accademiche e organizzative, ad esempio proponendo l’istituzione dei prorettorati, e per l’aumento della democrazia universitaria, ad esempio proponendo la creazione del Senato accademico e della Corporazione degli studenti".

Le reazioni/1

‘Presto un sostituto, ne va della ricerca’

«Con Boras Erez abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto di collaborazione», commenta Roberto Badaracco, capodicastero Cultura. «Sui vari dossier che hanno riguardato la cultura in genere, la formazione e i giovani, è stato un interlocutore sempre aperto e disposto a dialogare in maniera costruttiva, cercando di raggiungere risultati concreti a favore di tutta la comunità». «Sono preoccupato», dice invece il Granconsigliere Udc Edo Pellegrini. Per il Presidente della Commissione parlamentare di controllo su Usi e Supsi «non vi erano segnali di quanto accaduto». Almeno per quanto emerso dal un recente incontro coi vertici dell’Usi: «Li abbiamo incontrati lo scorso 6 aprile e nulla ci è stato detto in merito. Erano presenti la Presidente del Consiglio di Fondazione, il Rettore e il Segretario, e un rappresentante del Decs. Quel che posso dire in questo momento è che per noi, di certo personalmente, è una sorpresa». Torniamo anche con Pellegrini sulla ricerca della "figura apicale" di cui sopra: «Secondo la Presidente, si sarebbe trattato di una normale riorganizzazione che avrebbe fatto funzionare meglio le cose a livello amministrativo. Ma non mi è sembrato che potessero esserci attriti. Fino a questo momento le cose sembrava andassero bene, registravamo l’incremento degli strumenti e dei dipartimenti. Ripeto, sono colto di sorpresa».


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Roberto Badaracco, capodicastero Cultura Città di Lugano


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Edo Pellegrini, Presidente della Commissione parlamentare di controllo su Usi e Supsi

I prossimi passi, la Commissione li muoverà molto presto: «Lunedì avremo una riunione dell’intera Commissione formazione e cultura, della quale noi siamo una sorta di sottocommissione. In quell’occasione chiederò di mettere la questione all’ordine del giorno». E la rapidità dell’agire è così spiegata: «Dal mio punto di vista, occorre trovare soluzioni nell’immediato perché il momento è molto caldo, specialmente in ambiti di ricerca, dove è necessario tenere i contatti con le altre università per capire se i crediti decisi dal Consiglio federale per sostituire quelli che non arrivano dall’Unione Europea sono sufficienti o se non è soltanto una questione finanziaria, come probabilmente è. Perché il fatto di non partecipare attivamente alle ricerche europee impedisce, anche se noi ci mettiamo i soldi, di essere leader nella ricerca stessa. Per tenere il passo con questi sviluppi, il Rettore è persona di riferimento molto più che il Consiglio d’Istituto. Mi auguro che il sostituto venga individuato al più presto o che ove possibile, e mi esprimo a puro titolo personale, la cosa rientri».

Parlando col Presidente della Commissione di controllo su Usi e Supsi ma anche col deputato democentrista, non si può non chiedergli se alla luce di quanto successo l’apprensione per le conseguenze sulla ricerca non strida con la contrarietà dell’Udc alla legge-quadro: «Le soluzioni – replica e conclude Pellegrini – vanno trovate indipendentemente dalla posizione politica. Credo che il Consiglio federale avrebbe potuto portare avanti una rivendicazione più rapidamente. Dalla storia dell’accordo-quadro sono trascorsi ormai dei mesi».

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‘Non è un fulmine a ciel sereno’

Boas Erez, classe 1962, è nato a Coira. Ha conferito la maturità scientifica al liceo di Lugano nel 1981, proseguendo gli studi all’università di Ginevra, dove ha conseguito sia il diploma che il dottorato in Matematica, rispettivamente nel 1985 e nel 1987. Ha ricoperto il ruolo di assistente all’uni ginevrina tra il 1985 e il 1990 e il ruolo di Benjamin Peirce assistent professor all’università di Harvard tra il 1990 e il 1993. Nel mondo accademico, dal 1993 è stato professore ordinario di matematica all’università di Bordeaux, dove ha ricoperto numerosi incarichi direttivi, fino a quello di vicepresidente tra il 2005 e il 2008. Molte sue ricerche scientifiche sono state pubblicate da ‘Annals of Mathematics’, una delle riviste di matematica più prestigiose al mondo. Alla vigilia del suo insediamento all’Usi, in un’intervista concessa alla Regione’ il 31 agosto del 2016, affermava che l’Usi era "aperta al mondo" e che riteneva la vicinanza dell’istituto al mondo dell’economia, in particolare con quello della finanza, "sproporzionata". In quell’occasione, riteneva anche che quella vicinanza avrebbe impedito all’istituto di agire in maniera indipendente a favore della creatività e della libertà intellettuale.

Sulla scena mediatica e politica ticinese, il Boas Erez più recente è il facilitatore intervenuto a più riprese per calmare le acque e favorire il dialogo tra il Municipio e gli autogestiti nella vicenda dell’ex-Macello. Durante la manifestazione del 5 giugno 2021, dopo la demolizione dell’edificio, aveva dichiarato: "Io mi sono esposto e sto compiendo un esercizio di grande e complicato equilibrismo". In questo senso, «la notizia di ieri non è per me un fulmine a ciel sereno». A parlare è Aurelio Sargenti, ex direttore del Liceo Cantonale Lugano 2, oggi tornato («Felicemente») alla ricerca letteraria all’interno del Centro Nazionale di Studi Manzoniani di Milano. «Dopo l’annunciata apertura del concorso per una nuova figura come quella del direttore/trice operativo/a, in una struttura che per altro ha già una direttrice amministrativa e un segretario generale, ci si è affrettati a dire che "è un passo naturale da compiere e non un ridimensionamento del ruolo del rettore" (come dicevano i latini: Excusatio non petita!). D’altra parte – continua Sargenti – l’impegno di Boas Erez nei confronti dei problemi politici della Città andava a scontrarsi con le posizioni della destra luganese, e così come il suo essere alla testa di un comitato (‘Lugano aperta’) che lavora per un’aggregazione di manifestazioni culturali, tutte azioni che io condivido, ma che fatte da un rettore possono apparire poco ordinarie, se per rettore s’intende qualcuno che si occupa solo di politica universitaria, di relazioni tra università, di nomine e meno di politica culturale in senso ampio. Tenendo presente questo quadro, la cosa non mi sorprende».

Da Sargenti, una constatazione – «Il Consiglio di Fondazione per le facoltà di Lugano dell’Usi è nominato dal Municipio e ha un suo peso» – e una parola di elogio per «il coraggio di chi, di fronte a una divergenza d’opinione con il Consiglio dell’Usi, avrebbe potuto accettare un compromesso di comodo alla fine del suo mandato e che invece l’ha coraggiosamente rifiutato in nome di una propria coerenza, merce oggi piuttosto rara».


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Aurelio Sargenti, ex direttore Liceo Lugano 2

I sindacati

‘Maggior democrazia in Usi e Supsi’

"A fronte delle vicende legate alla conclusione del mandato del rettore dell’Università di Lugano, ma senza entrare nel merito della vicenda", il Sindacato del personale dei servizi pubblici e sociosanitari Vpod Ticino torna a chiedere "maggior democrazia accademica all’Usi e alla Supsi". È quanto contenuto nell’iniziativa depositata nel 2011 e "formalmente pendente" che verte sui diritti di partecipazione e le libertà accademiche del corpo accademico e intermedio nella gestione di Usi e Supsi, come da raccomandazioni Unesco del novembre 1997. Nello specifico, si chiede che il Consiglio dell’Usi, e così la quello della Supsi, si compongano dei rappresentanti delle facoltà e da 5 a 11 membri designati, ogni 4 anni, dal Consiglio di Stato. "I rappresentanti del corpo accademico e del corpo intermedio devono costituire la maggioranza dei membri del Consiglio dell’Usi". Attualmente la presenza è limitata a 2 persone su 11 nei due Consigli, "componente troppo esigua che non rispetta le raccomandazioni Unesco". Da cui l’invito al Parlamento a riprendere la questione.

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