La separazione dell’Università dal suo rettore al centro dei lavori. Il presidente Pellegrini: ‘Con meno rigidità, le divergenze potevano essere risolte’
«Con meno rigidità da parte delle persone in questione, le divergenze potevano essere risolte in modo da poter mandare a termine il mandato di Boas Erez che scadeva fra poco più di un anno. È un peccato che si sia giunti a questo...». La separazione dal suo rettore, Boas Erez, decisa venerdì scorso dal Consiglio dell’Università della Svizzera italiana, presieduta da Monica Duca Widmer, è stata al centro della riunione in agenda oggi della Commissione di controllo su Usi e Supsi. Su volontà del presidente, Edo Pellegrini, «la questione» è stata posta all’ordine del giorno, con decisione unanime dei sei parlamentari presenti in rappresentanza di tutti i partiti. Con quale esito?
«Va premesso che il compito della Commissione – dichiara Pellegrini – è quello di vegliare sull’attuazione del mandato di prestazione dei Cantoni nei confronti dell’Usi e della Supsi. Ma l’Usi essendo un ente autonomo, come Commissione non siamo tenuti a esprimerci su questioni come questa riguardante il rettore. Quello che speriamo è che la vicenda non si ripercuota sulla qualità dell’insegnamento, ciò che non dovrebbe essere un problema. Quanto auspichiamo è che il successore di Boas Erez sia trovato al più presto». La Commissione parlamentare, è stata opinione di tutti i suo componenti, ha espresso rammarico per la conclusione del contratto con il rettore, il quale cesserà la sua funzione il 7 maggio prossimo, in occasione del Dies Academicus, quando è atteso il suo intervento.
Ancora Pellegrini: «Siamo dispiaciuti. Sarebbe stato meglio portare a termine il mandato del rettore senza terremoti. D’altra parte si sa da tempo che c’era questa questione delle competenze amministrative, queste divergenze di opinioni tra il Consiglio dell’Usi e il rettore Erez». Sapevate dunque che c’erano divergenze? «Noi come Commissione non abbiamo mai notato che ci fosse qualcosa che non funzionasse, anzi, sembrava funzionare tutto bene: il numero di studenti e delle facoltà aumentava, la qualità dell’insegnamento aumentava. Qui penso che si è trattato di incompatibilità tra le persone, tra quello che si aspettava il Consiglio dell’Università e quello che era disposto a dare Boas Erez. Una divergenza di vedute che in qualche caso era già emersa, ma senza quel clamore suscitato nei giorni scorsi. Giravano voci, non per niente lo scorso 31 marzo il Consiglio dell’Università è uscito con un comunicato stampa nel quale annunciava che sarebbe stato nominato prossimamente un direttore operativo. Penso che questa sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso».
La Commissione di controllo su Usi e Supsi esprime insomma preoccupazione per il fatto che dall’8 maggio non ci sarà più un rettore titolare all’Università della Svizzera italiana. La carica sarà assunta temporaneamente dal prorettore, professore Lorenzo Cantoni il quale si avvarrà del sostegno degli altri attuali prorettori. «Sì, ma non sarà la stessa cosa», sostiene Pellegrini. Ieri la Rsi ha ipotizzato che tra le cause dei dissapori tra il Consiglio dell’Università e Boas Erez vi possa essere anche una diversa gestione della pandemia: quando nel settembre dell’anno scorso tutti chiedevano il certificato Covid per l’insegnamento di base, il rettore avrebbe scelto di non richiederlo. «Ne avevamo parlato in passato». Questo non ha inciso sulla separazione dell’Usi dal suo rettore? «Andrebbe chiesto alla signora Monica Duca Widmer se ha influito o no. Probabilmente lei sosterrà di no, ma è anche possibile, a qualcuno magari ha dato un po’ fastidio».