Castellinaria

‘Kiddo’, una fiaba moderna

Candidato alla Berlinale, quello dell’esordiente regista olandese Zara Dwinger è un road movie che esplora la profondità del legame madre-figlia

In concorso nella sezione Kids
24 novembre 2023
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Road movie che parte dall’Olanda e arriva in Polonia, ‘Kiddo’ è più che un ottimo debutto per la regista olandese Zara Dwinger, che riesce a incantare attraverso una fiaba moderna molto interessante, profonda nella sua semplicità ed educativa, anche per gli adulti. Un viaggio folle che strizza l’occhio ai capolavori del genere come ‘Il sorpasso’ di Dino Risi e ‘Thelma e Louise’ di Ridley Scott, ma con una propria particolare libertà e che gioca con il potere del mezzo cinematografico, soprattutto con il compartimento sonoro e con il montaggio, creando una dimensione credibile e avvolgente, ma senza tralasciare di concedersi dei momenti più surreali, incantati.

Lu è un’undicenne che vive in una casa-famiglia multietnica in Olanda, con il suo bizzarro animale da compagnia Henk, un piccolo serpente. La madre Karina, che idealizza in quanto presunta star di Hollywood, si presenta un giorno alla sua porta e le due, a bordo di una vecchia e sgangherata Chevrolet, intraprendono un viaggio di scoperta. Karina, che è una donna giovanile, eccentrica e la cui follia trascina la figlia Lu in azioni sempre più spinte, rivela presto lo scopo della loro strana gita, ovvero raggiungere la Polonia per prendere un’ingente somma di denaro che la donna avrebbe nascosto a casa della nonna anni prima. Tra divertimenti e peripezie, con i prati verdi di fronte e l’asfalto rumoroso alle spalle, il bizzarro duo avrà occasione di riscoprire la tenerezza del profondo legame madre-figlia che le unisce.

‘Kiddo’ è l’appellativo scherzoso con cui Karina si rivolge alla figlia Lu, ma è quest’ultima a trovare la maturità da insegnare a entrambe; riesce a intuire quale sarebbe il giusto comportamento, ma, con la disperata volontà di appartenere a qualcosa, aggrappandosi all’identità della madre che ha costruito e imitandola, finisce per farsi coinvolgere. Tuttavia, questo annullamento di sé non è destinato a durare.

Archetipi

Nel film sono presenti moltissimi riferimenti, come le due protagoniste che si identificano in Bonnie e Clyde, supportati da elementi sonori presenti anche quando non dovrebbero esistere nonché dinamici excursus di montaggio, con l’ausilio di archivi fotografici e video che associano volti ai nomi e coprono visivamente i flashback. ‘Kiddo’ è una commedia ibridata scorrevole i cui personaggi ricordano archetipi fiabeschi, come ad esempio il piccolo ‘mago’ aiutante Grzgorzy, l’unico a discernere chiaramente il bene dal male e colui che accompagna Lu come un angelo, particolarmente diretto e aggressivo, sulla spalla. Oltre al bambino, le due sono seguite dal serpente Henk e da un orso di pezza gigante, che le rappresentano metaforicamente e in maniera interscambiabile: il rettile è solitario e indipendente come loro, ma nasconde il pericolo; l’orso è simbolo affettuoso sia dell’amore che provano, sia della loro fragilità, elementi che si intersecano e compenetrano di continuo. Precisa e leggera la messa in scena, che segue l’incontro tra una brava bambina e una madre esuberante, generando un conflitto che si rifà a una memoria collettiva, risultando molto vicino, anche soddisfacente, per lo spettatore.

Non ci si deve fare ingannare dalla premessa di film per bambini, perché la sceneggiatura è mirabile, condita da metafore e riflessioni che scaturiscono sì dalla mente e dal punto di vista di una bambina, ma è proprio dietro a quella spontaneità che si nasconde una certa saggezza, che educa e insegna senza avere la pretesa di volerlo fare.