Brasiliano, classe 1981, residente a Zurigo, è l'autore dell'installazione ‘Immunité diplomatique’. Sarà in mostra al Masi dal prossimo 3 giugno
È “un progetto che mette in discussione le prerogative di classe, il potere gerarchico e le posizioni archetipiche e immutabili nella società”. È per questo motivo che l’installazione ‘Immunité diplomatique’ di Pedro Wirz, artista brasiliano nato nel 1981 e residente a Zurigo, ha vinto il Bally Artist Award 2023. Il premio, che dal 2008 viene assegnato a un artista svizzero o residente in Svizzera particolarmente impegnato nella ricerca tra know-how e natura, è caratterizzato da una collaborazione con il Museo della Svizzera italiana, motivo per il quale Wirz vedrà la sua opera acquisita e integrata nelle collezioni del Masi e beneficerà di una personale di due mesi nella sua sede di Palazzo Reali, nell’anno del premio.
La mostra, che sarà inaugurata il 3 giugno 2023, sarà composta da 13 sculture installate di fronte a 3 rilievi a parete. Dal comunicato ufficiale relativo al premio: “I 13 busti si riferiscono a posizioni di comando (di un re, di un presidente, di un papa, di un rabbino ecc.), ognuna delle quali riflette una particolare gerarchia di potere, sia essa economica, religiosa, politica o socio-culturale. (...) Con questa creazione, Pedro Wirz imita l’effetto di accumulazione continua del capitalismo. Fa inoltre riferimento, attraverso un’estetica precaria, a simboli di potere caduti in rovina. I rilievi a parete, simili a scatole, continuano una serie iniziata nel 2019 che evoca metaforicamente e astrattamente schermi televisivi o smartphone. Rappresentano paesaggi invasi dall’uomo in modi diversi, ecosistemi omogeneizzati dall’intervento tecnologico”. Per intraprendere un’esistenza più sostenibile, dobbiamo confrontarci con la realtà e le difficoltà della convivenza. Dobbiamo andare ben oltre le nostre vite, i nostri desideri e la nostra vanità, e persino oltre l’eredità di un nome di famiglia, o i principi promossi da leader religiosi o figure mitologiche. Dobbiamo pensare non come individui ma come specie, cioè come abitanti della Terra, come terrestri, come fratelli e sorelle destinati a coesistere contemporaneamente e con rispetto», spiega Pedro Wirz.
Pedro Wirz, Diplomatic Immunity, 2023 - Modello in miniatura per la mostra al Masi - Palazzo Reali
Per il premio 2023, la giuria era composta da: Yasmine Afschar (storica dell’arte e curatrice della Aargauer Kunsthaus), Simon Castet (direttore delle iniziative strategiche alla Luma di Arles), Julien Fronsacq (curatore capo del Mamco di Ginevra), Dominique Koch (Bally Artist Award 2022), Sibilla Panzeri (project manager di Pro Helvetia), Sandra Patron (direttrice del Capc di Bordeaux) e Catherine Wood (direttrice dei programmi della Tate Modern di Londra). Gli artisti nominati hanno quindi presentato un progetto che è stato esaminato da una giuria composta da Nicolas Girotto e Vittoria Matarrese, presidente e direttrice della Fondazione, Tobia Bezzola, direttore del Masi, Elena Filipovic, direttrice e curatrice della Kunsthalle di Basilea e Diana Segantini, esperta del mondo arabo, direttrice della fondazione Segantini Unlimited e curatrice indipendente.