Il vincitore del Bally Artist Award espone il progetto ‘Immunità diplomatica’ a Palazzo Reali a Lugano, fino al 23 luglio
Che faccia ha il potere? Come si presenta? Lo vediamo, lo subiamo, nelle sue molteplici forme, ma la sua natura è difficile da carpire e un'immagine nitida è difficile da rendere, proprio per la sua essenza prometeica. Ci si è messo l'artista svizzero-brasiliano Pedro Wirz a dargli una forma, anzi più forme, realizzando l'installazione intitolata ‘Immunità diplomatica’ (2023), composta da dodici statue emblematiche, esposta a Palazzo Reali a Lugano fino al prossimo 23 luglio, una mostra organizzata in collaborazione dal Museo d'arte della Svizzera italiana e dalla Bally Foundation.
Iniziamo dall'abbiccì, con questo progetto Pedro Wirz si è aggiudicato il Bally Artist Award 2023 (ne riferivamo lo scorso aprile). L'artista è nato a inizio anni Ottanta in Brasile e oggi vive e lavora a Zurigo e, nel corso degli anni, numerose sono le sue mostre personali in giro per il mondo – dal Brasile alla Svizzera – così anche le collettive e le fiere d'arte cui ha partecipato.
Pedro Wirz
Autoritratto
‘Immunità diplomatica’ è un progetto, spiega il foglio di sala, che “mette in discussione le prerogative di classe, il potere gerarchico e le posizioni archetipiche e immutabili della società” e lo fa dando sostanza a dodici sculture, parte di un'unica installazione (come anticipato), di dimensioni diverse che a guardarle paiono degli ammassi, degli accumuli “di roba” senza apparente composizione. Tuttavia, niente è lasciato al caso o all'improvvisazione, ma ogni lembo, ogni pezzo di queste statue dissacranti sono il risultato di studio e ricerca: attraverso l'analisi di ciò che Wirz vede attorno a sé e l'interpretazione che ne scaturisce, l'artista compone le sue opere.
La dozzina di sculture riferiscono di altrettante posizioni di comando – c’è un re, c’è un presidente, c'è un papa eccetera – e “riflettono una particolare gerarchia di potere”: economico, politico, religioso… Insomma ogni scultura, ingombrante, è un emblema costruito significativamente con svariati materiali, dai pezzi di tessili a quelli di plastica, assemblati. Questo tipo di approccio discende “ai ‘Merzbau’ dell'artista costruttivista Kurt Schwitters, e quindi all'idea dell'assemblaggio e alla scultura precaria”, ricorda la presentazione.
Cortesia dell’artista / Galerie Nagel Draxler / Philippzollinger gallery
Immunità diplomatica, dettaglio, 2023 Materiali di recupero
Nello specifico, l'accumulazione che dà corpo ai dodici busti, secondo il pensiero creativo di Wirz, vuole plasticizzare “i cicli di crescita ed esaurimento continuo del capitalismo”; “l'estetica precaria” vuole quindi richiamare “simboli di poteri caduti in rovina”.
L'esposizione propone altresì tre rilievi a parete che sono parte di una serie che l'artista ha iniziato nel 2019. Una ricerca che permette a Pedro Wirz di indagare “i legami tra regno organico, sintetico e realtà tecnologiche e come la loro contaminazione stia alterando l'ambiente in una continua battaglia tra estinzione e rinnovamento”.
Cortesia dell’artista / Galerie Nagel Draxler / Philippzollinger gallery
Sadnest #8 (Frog), 2022
Il Bally Artist Award, che dal 2008 viene assegnato a un artista svizzero o residente in Svizzera particolarmente impegnato nella ricerca tra know-how e natura, ha raggiunto una nuova tappa. Grazie ad una rinnovata e più intensa collaborazione con il Museo della Svizzera italiana, il vincitore del Bally Artist Award vedrà la sua opera acquisita e integrata nelle collezioni del Masi e beneficerà di una mostra personale di due mesi nella sua sede di Palazzo Reali, nell'anno del premio.
Informazioni: www.masilugano.ch; www.ballyfoundation.ch; www.pedrowirz.com.