Il Masi di Lugano dedica all'artista svizzera esponente dell'arte costruttivo-concreta una ‘piccola monografica’. Inaugurazione venerdì 31 marzo alle 18
‘La logica dell'intuizione’ così titola la mostra – una «piccola monografica» hanno definito le curatrici Francesca Benini e Arianna Quaglio – dedicata dal Masi (Museo d'arte della Svizzera italiana) alla pittrice svizzera Hedi Mertens e allestita nelle sale al secondo piano di Palazzo Reali a Lugano. Iniziamo spicciando le informazioni di servizio: l'esposizione verrà inaugurata venerdì 31 marzo (alle 18) e sarà visitabile dal 2 aprile al 15 ottobre prossimo.
Realizzato in collaborazione con il Museum Haus Konstruktiv di Zurigo, l'allestimento si propone di far (ri)scoprire al pubblico un'artista singolare, esponente dell'arte costruttivo-concreta svizzera, attraverso un corpus di opere di straordinaria intensità realizzate tra gli anni Sessanta e Settanta. L'intento è quello di restituire sia l'opera sia la singolare storia di Hedi Mertens che, partendo da una profonda conoscenza teorica, ha trovato in Ticino le condizioni favorevoli per sviluppare la propria ricerca artistica, iniziata tardivamente.
Hedi Mertens (Gossau, 1893 - Carona, 1982) non segue un percorso lineare, nonostante una formazione pittorica classica, inizia la sua carriera soltanto a sessant’anni, ma sviluppa in poco più di vent’anni una ricerca personale degna di attenzione nell’ambito dell’arte concreta svizzera. La mostra al Masi ripercorre le fasi della sua ricerca, mettendo in luce le analisi compositive e l’elaborazione delle teorie assimilate grazie all’intenso scambio di idee con artisti e intellettuali svizzeri e internazionali, che la portano ad avvicinarsi all’arte concreta. Un legame rievocato a Lugano con opere puntuali dei quattro rappresentanti principali dell’arte concreta zurighese: Max Bill, Camille Graeser, Verena Loewensberg e Richard Paul Lohse.
L'allestimento è accompagnato da un catalogo bilingue che partendo dalla stampa delle opere in esposizione si chiude con i saggi critici scritti da curatrici, Evelyne Bucher, Medea Hoch e una prefazione redatta a quattro mani dal direttore Tobia Bezzola e dalla storica e critica d'arte Sabine Schaschl.
Informazioni: www.masilugano.ch.