Il 2022 è anche stato segnato dalla polemica sulla collezione Bührle in quanto si sospetta che contenga opere rubate dai nazisti
Il Kunsthaus di Zurigo ha battuto i record di affluenza con 520’000 entrate quest’anno. Quello precedente di 504’000 visitatori risaliva al lontano 1982, quarant’anni or sono. Lo indica lo stesso museo d’arte in una nota.
Lo scorso anno le entrate erano state 383’000. Il numero di membri è anch’esso aumentato del 5% attestandosi a 25’800 persone contro i 24’500 del 2021. Il 2022 rappresenta inoltre "il primo anno di attività completa dall’estensione del Kunsthaus".
Nel frattempo, visto il successo dell’esposizione consacrata a Niki de Saint Phalle, questa è prolungata fino al 15 gennaio. Verrà in seguito presentata a Francoforte.
Il museo indica inoltre che in seguito a un incendio avvenuto all’inizio di agosto, quasi 700 dipinti e sculture sono stati smontati o spostati per essere esaminati e ripuliti da eventuali tracce di fuliggine. Gli esperti stanno effettuando analisi materiali e statiche delle sale colpite dall’incendio nelle parti del museo risalenti al 1910 e al 1970. Il Kunsthaus ha dichiarato che le sale dovrebbero riaprire in primavera.
Il 2022 è anche stato segnato dalla polemica sulla collezione Bührle, esposta nel nuovo edificio del Kunsthaus. A fine agosto, il professore Felix Uhlmann, titolare della cattedra di diritto pubblico e amministrativo e di dottrina legislativa all’Università di Zurigo, è stato incaricato da Città e Cantone di Zurigo di mettere in atto il concetto di valutazione indipendente delle ricerche sulla provenienza effettuate sulla collezione.
L’obiettivo dell’intero processo è quello di chiarire se la ricerca sulla provenienza condotta fino a oggi dalla Fondazione Bührle soddisfa gli standard internazionali e se costituisce una base valida per le decisioni future nel trattare le opere d’arte della Collezione Bührle. Philipp Hildebrand, ex direttore della Banca nazionale svizzera e nuovo presidente della società di belle arti che gestisce il Kunsthaus di Zurigo, vuole che la provenienza dei dipinti della collezione Bührle sia indagata a fondo.
Il sospetto è che la collezione d’arte del fabbricante d’armi e mecenate Emil Georg Bührle (1890-1956) contenga opere rubate dai nazisti durante la Seconda Guerra mondiale. L’uomo era diventato il più ricco di Svizzera all’epoca grazie alla vendita di materiale bellico nel corso del conflitto e successivamente. La sua fortuna gli ha permesso di mettere insieme la raccolta, costituita da 203 opere, che ha poi lasciato alla fondazione. Essa si occupa di gestirla dal 1960.