A pochi giorni dall'inaugurazione di un nuovo allestimento al Kunsthaus di Zurigo, l'addio per ‘divergenze’
Il comitato di esperti indipendenti chiamato ad accompagnare i lavori preparatori del nuovo allestimento della Collezione Bührle, che apre al pubblico il 3 novembre al Kunsthaus di Zurigo, ha lasciato per controversie sul peso dato nella mostra al destino degli ex proprietari delle opere, in molti casi vittime del regime nazista. Il ritiro è avvenuto il 13 ottobre, precisa il museo, aggiungendo che giovedì prossimo, in occasione della presentazione, intende spiegarne le circostanze in conferenza stampa. Il comitato ha consigliato il Kunsthaus in merito all'esposizione negli ultimi dodici mesi e l'ha ripetutamente messa in discussione in modo critico, si legge in una nota, che precisa come alla fine siano nati alcuni disaccordi.
La nuova esposizione – intitolata ‘Un futuro per il passato. La Collezione Bührle: arte, contesto, guerra e conflitto’ – mira a riunire diverse interpretazioni e prospettive e a evidenziare il contesto storico in cui la collezione è stata costituita. Il ruolo del comitato di esperti indipendenti durante lo sviluppo di questa nuova presentazione è stato quello di gettare uno sguardo critico, aveva spiegato il Kunsthaus lo scorso giugno. È prevista la pubblicazione di un libro sulla provenienza delle opere, nel quale verrà analizzato il destino delle persone cui appartenevano i dipinti raccolti dal fabbricante d'armi e mecenate Emil Georg Bührle (1890-1956).
La collezione, già sfoggiata in una mostra permanente dal 2021 presso lo stesso Kunsthaus, è da tempo al centro di controversie. Il sospetto è che contenga opere rubate dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale. Bührle era diventato l'uomo più ricco di Svizzera all'epoca grazie alla vendita di materiale bellico nel corso del conflitto e successivamente. La sua fortuna gli aveva permesso di mettere insieme la raccolta, che ha poi lasciato alla fondazione che porta il suo nome.