Concetto Vecchio presenta il suo libro ‘Cacciateli!’ al LAC
Quando nel 1970 l’iniziativa Schwarzenbach aveva portato al referendum sugli stranieri, l’autore di questo libro non era ancora nato. Ancora pochi giorni e avrebbe visto la luce a Zurigo, figlio di due immigrati siciliani, due dei tanti lavoratori italiani che in quegli anni vennero a cercare fortuna nella Felice Svizzera, l’unico paese del continente europeo in costante crescita economica dal Dopoguerra, tra mille privazioni e incomprensioni.
Ed ecco allora un libro catartico, che quelle incomprensioni vuole analizzare, comprendere, ricordare. Attualizzare.
Non mi vergogno a scrivere che Cacciateli!, di Concetto Vecchio, mi ha fatto piangere, soprattutto nelle prime pagine, per le vicende di quei tanti genitori separati dai loro bambini. Separati dalla miseria, dalla storia, ma anche da un’Italia, patria distratta, che non si prendeva cura dei suoi figli, e da una Svizzera, ospite non sempre benevola, che non poteva e non voleva farsi carico della miseria altrui (e quanto ci rimane scolpita nella memoria la famosa frase di Max Frisch “volevamo braccia, sono arrivati uomini”?).
Il libro che vi consiglio questa settimana non è un libro di storia, ma di storie.
Storie di persone, di esseri umani reali, non di numeri (ma ci sono anche quelli). Questo libro non è neanche un libro di denuncia, di condanna.
È un libro che vuole fare i conti col passato, perché purtroppo è un passato troppo simile al presente, in cui cambiano gli attori, cambiano le nazioni, ma il copione no. Quello non cambia mai. Ma si sa: l’Italia non impara mai dalla propria storia.
Concetto Vecchio presenterà il suo libro domani mattina, sabato 15, nella Hall del LAC alle 11:30.
L’Autore dialogherà con Natascha Fioretti.
Cacciateli! Quando i migranti eravamo noi
di Concetto Vecchio
Feltrinelli, 2019
189 pagine