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‘Monitoraggio un po' fragile, la pluralità è garantita’

Rsi e TeleTicino replicano allo studio di Amalia Mirante. ‘Non c’è una formula matematica, sul lungo periodo tutti hanno spazio nei dibattiti politici’

Reto Ceschi, capo del Dipartimento informazione della Rsi (a sinistra). Sacha Dalcol, direttore di TeleTicino (a destra)
(Ti-Press)
31 gennaio 2025
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«Vedo subito una criticità: quattro mesi sono un periodo troppo breve per fare una valutazione seria. Ne servono almeno 9/12. Questo perché – prosegue Ceschi – il periodo considerato dal monitoraggio di Amalia Mirante è stato fortemente condizionato da sei temi in votazione federale. I programmi hanno quindi visto una presenza massiccia dei partiti che hanno una rappresentanza a livello nazionale». È quanto risponde il capo del Dipartimento informazione della Rsi Reto Ceschi al monitoraggio redatto dall’economista e deputato di Avanti con Ticino&Lavoro Amalia Mirante sulle presenze politiche alla Rsi e a Teleticino. Un documento dal quale emerge che la presenza di Partito socialista e Verdi nei dibattiti radiofonici e televisivi ticinesi è inflazionata rispetto al peso che queste due forze politiche hanno all’interno di Consiglio nazionale e Gran Consiglio. Non solo, il monitoraggio – inviato ai direttori delle due emittenti – mostra anche come Lega, Plr e Centro siano tendenzialmente sottorappresentati e che le forze politiche minori, ovvero quelle con meno di cinque deputati in Gran Consiglio, ricevano uno spazio “di fatto nullo”.

«Le posizioni sui temi in discussione durante i quattro mesi presi in analisi erano fortemente polarizzate. Partito socialista e Verdi da una parte. Plr, Centro, Udc e Lega dall’altra. Le quattro forze di centro-destra si sono dovute quindi spartire gli spazi sul fronte opposto all’area rossoverde». E la forte sottorappresentanza della Lega? «Faccio fatica a capire questa puntualizzazione. Gobbi e Zali non sono stati considerati nel monitoraggio e non capisco il perché. Oltretutto – puntualizza il capo del Dipartimento informazione della Rsi – Gobbi ha ricoperto in quel periodo anche il ruolo di coordinatore del Movimento». Insomma, «così come presentato ci sembra un monitoraggio un po’ fragile, ma restiamo a disposizione qualora Mirante e il suo team volessero continuare il lavoro». Anche perché, ci tiene a precisare Ceschi, «il tema della pluralità di voci e opinioni nelle trasmissioni ci occupa quotidianamente. Ovviamente non si tratta di una ricetta matematica, ma sul lungo periodo abbiamo dimostrato di essere solidi sotto questo aspetto. E poi c’è la valutazione dei temi».

Riprende Ceschi: «Mirante ci aveva anticipato l’esistenza di questo monitoraggio lo scorso dicembre. Poi non abbiamo saputo più nulla fino a ieri. Peccato, il direttore della Rsi Mario Timbal aveva detto alla deputata che eravamo disponibili a parlarne», afferma Ceschi. «Sarebbe stata l’occasione per capire quali criteri ha usato Mirante nel suo monitoraggio e, da parte nostra, per spiegare il processo di scelta degli ospiti nelle varie trasmissioni».

Un’altra critica sollevata da Mirante è il poco spazio concesso ai ‘partitini’, ovvero le forze politiche che hanno meno di cinque deputati in Gran Consiglio e che quindi non fanno gruppo. Un tema che tocca direttamente la deputata di Avanti con Ticino&Lavoro, che è una dei tre granconsiglieri della forza politica nata prima delle elezioni cantonali del 2023. «Capisco dal suo punto di vista il bisogno di visibilità. Alla Rsi abbiamo dato a queste forze politiche ‘minori’ un ampio spazio durante le campagne per le elezioni cantonali, nazionali e comunali. Sui temi puntuali dipende poi da come queste forze si profilano, se seguono la posizione di un grande partito è più facile sentire chi ha un numero maggiore di esponenti». Anche perché, aggiunge Ceschi, «spesso queste forze politiche sono partiti ‘ad personam’. I loro esponenti quindi godono quasi in automatico di una visibilità maggiore rispetto a voci autorevoli di altre formazioni più grandi, con più rappresentanti nelle istituzioni. Un vantaggio, questo, che dovrebbero riconoscere».

‘Spetta ai partiti minori far sentire la propria voce’

Il direttore di TeleTicino e Radio3i Sacha Dalcol parte mettendo in chiaro come sono organizzati i diversi programmi che trattano la politica a Melide: «Un criterio è ovviamente l’attualità. Quindi in un periodo limitato, come quello considerato nel monitoraggio di Mirante, possono prevalere temi che coinvolgono maggiormente una forza politica rispetto a un’altra». Detto ciò, «si cerca sempre di avere all’interno di ogni puntata ospiti che, al di là dell’appartenenza politica, hanno voci divergenti». Ci sono poi le difficoltà pratiche. «Organizziamo le puntate con pochissimo anticipo. Spesso i politici dicono ‘no’ a un invito perché non possono o perché non vogliono esprimersi. Con la Lega, ad esempio, abbiamo avuto difficoltà nel trovare un vicecoordinatore disposto a venire in studio», spiega Dalcol.

Altro criterio: «La capacità di bucare lo schermo. Non tutti i politici sono televisivamente efficaci, e questo condiziona le nostre scelte visto che vogliamo offrire un prodotto interessante per gli spettatori. Detto ciò, lavoriamo sempre in buona fede per offrire opinioni plurali e diversificate». E i partitini? «Sono invitati spesso – risponde il direttore di TeleTicino –. Sta poi a loro saper far sentire la propria voce e suscitare dibattito. L’Mps, per fare un nome, è molto abile in questo esercizio». Per Dalcol c’è poi un elemento che il monitoraggio di Mirante ignora, ma che va tenuto in considerazione: «Il tempo di cui gode un ospite. Un’intervista di trenta minuti vale infatti più di un breve intervento al Telegiornale». Insomma, «questa statistica è sicuramente interessante, ma non dice tutto».

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